Regia di Fritz Lang vedi scheda film
Lang non si tocca, sembra trasformare in oro ciò che tocca e questo film è comunque un pezzo di bravura indiscutibile. La maturità però, non è ancora raggiunta e ci sono aspetti da sistemare. Rispetto ad altri lavori di Lang la tensione non è altrettanto alta, la storia ha dei cali tensivi e fa leva su qualcosa che impressiona meno lo spettatore moderno di quanto non potesse fare con quello passato: le suggestioni ipnotiche. In termini assoluti è con l'ultimo capitolo di questa strepitosa trilogia che Lang raggiungerà la perfezione ma qui sono in nuce già le idee più fertili, quelle che daranno seguito ad infiniti tentativi di imitazione. Lo sdoppiamento di Mabuse, il trasmigrare della sua "anima" attraverso il suo testamento, la transizione stessa del suo ectoplasma e le sue idee sovversive dal respiro universale sono elementi di grande impatto ma Lang non si ferma lì e lavora bene sulla tensione attraverso le indagini svolte dall'ottimo ispettore Lohmann. Film inquietante, avvicente e, seppur più soggetto al peso degli anni di altri di Lang, decisamente superiore e più fresco di tanti lavori moderni. Voto: 8/8,5.
Incommensurabile.
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