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Perfect Blue

Regia di Satoshi Kon vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Perfect Blue

di AndreaVenuti
9 stelle

Perfect Blue è un film d'animazione giapponese del 1997, diretto da Satoshi Kon e prodotto dallo studio Madhouse.

Il film è un caposaldo della moderna animazione, con una storia produttiva molto interessante; il film nasce come progetto live action in mano alla Rex Entertainment ma dopo il terremoto di Kobe del 1995, che danneggiò gravemente i i teatri di posa dello studio, si decise di realizzarlo sotto forma di OAV coinvolgendo la Madhouse, in particolare modo il maestro Katsuhiro Otomo.

Il formato cambiò nuovamente durante la lavorazione diventando un lungometraggio di circa 80 minuti, Otomo propose alla regia il suo pupillo Satoshi Kon, facendolo così esordire dietro la macchina da presa.

locandina

Perfect Blue (1997): locandina

Sinossi: Mina è una Idol di successo, membro cardine del gruppo Cham, tuttavia un giorno decide di cambiare mestiere intraprendendo la carriera di attrice; il tutto scatenerà l'ira di alcuni fan...

 

Satoshi Kon con la regia di questo suo primo lungometraggio animato, dimostra al mondo il suo enorme talento.

Pefect Blue si presenta come psycho-thriller conturbante, violento, erotico e fortemente sociale; Kon realizza un qualcosa di mai visto prima nel campo dell'animazione, un esordio di assoluto valore.

 

Il tema principale del film è chiaro già dai primi minuti, ossia mostrarci un aspetto contorto, a tratti malato della cultura giapponese contemporanea: il fandom in riferimento alle Idol.

Kon è molto critico ma ciò che vediamo su schermo non è lontano dalla realtà, dove uomini di ogni età sbavano su ragazzine "carine e aggraziate" che cantano canzoncine leggere e orecchiabili.

Come già scritto in precedenza la protagonista è un idol molto nota che tuttavia decide di cambiare mestriere, aizzando l'ira di un fan assolutamente disturbato; Son realizza una spirale di morte e ossessione che porta la nostra protagonista quasi alla pazzia/schizofrenia.

scena

Perfect Blue (1997): scena

Da un punto di vista tecnico ciò che risalta subito all'occhio è il montaggio, assolutamente innovativo; si parte con un montaggio parallelo che ci mostra la doppia vita di Mina; montaggio che minuto dopo minuto diventa sempre più determinante, arrivando a  sconbussolare lo spettatore; Satoshi Kon ad un certo punto fa coincidere lo sguardo della sua protagonista con quello dello spettatore, realizzando e amalgamando tre piani visivi distinti: realtà, allucinazioni e fiction televisiva (Mina sta recitando in un drama-thriller).

scena

Perfect Blue (1997): scena

Un altro aspetto del film di assoluto interesse riguarda i diversi sotto-testi; troviamo ad esempio una critica allo show-business dove produttori e altri addetti ai lavori agiscono in maniera scellerata e senza scrupoli pur di ottenere successi economici/commerciali fregandosene dei loro assistiti; inoltre è possibile evidenziare anche una critica verso la serialità televiaiva giapponese (Super sentai, mi riferisco alla primissima sequenz del film) infine si incomincia a notare uno spirito abbastanza cinefilo del regista (la tematica del "doppio" per esempio rimanda ad Hitchcock).

scena

Perfect Blue (1997): scena

Film di assoluto valore che ha dimostrato al mondo come le differenze fra animazione e cinema dal vero non esistono quando al timone troviamo talenti come Kon.

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Ultimi commenti

  1. CineNihilist
    di CineNihilist

    Grandissima recensione, come sempre, da un esperto come te di cinema orientale. Condivido con tutto ciò che dici anche se ho ancora delle perplessità ad una prima visione tra reale e illusione (e fiction televisiva!), ma credo che sia normale dopo un lungometraggio davvero sperimentale di quei tempi che ruba ma che inventa allo stesso tempo. La violenza qui è veramente disturbante ma anche funzionale a caricare il sottotesto critico verso un show business veramente soffocante ed alienante, dove bellissime ragazze vengono sacrificate carnalmente al becero capitalismo.

    Insomma, hai descritto sapientemente ogni aspetto di questo film visionario di un grande talento come Satoshi Kon, peccato che sia morto prematuramente ma già ci ha lasciato grandissimi capolavori.

    Un'ultima nota forse ai personaggi secondari un po' abbozzati come la manager che da un carattere mite e protettivo passa in due secondi ad una maniaca serial killer sul finale, ma forse anche lì io stesso sono stato ingannato sui 3 livelli spazio-temporali e dunque potrei anche sbagliarmi di grosso nella mia personale interpretazione del finale (reale?).

    Complimenti ancora per la recensione e spero di rivederti su nuovi scritti (intanto su prime è uscito Yellow Sea di Na Hong-jin e non vedo l'ora di vederlo!!).

    1. AndreaVenuti
      di AndreaVenuti

      Come sempre grazie mille del passaggio e dei complimenti. In riferimento alla tua disamine sul personaggio della manager, onestamente dovrei riguardarlo (cosa che farò) e poi ti dirò (è passato del tempo dalla mia ultima visione e analisi). Comunque si un grande maestro morto troppo presto... alla prossima :)

    2. CineNihilist
      di CineNihilist

      Prego te li meriti, come va adesso col lavoro? Comunque attendo con ansia una tua revisione del film ;)

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