Desiderio proibito del cinesta nativo di Shanghai, vera e propria odissea cinematografica vede finalmente luce nel 1994 e sembra quasi profetizzare la fine di di un'epoca (discorso analogo per The Blade di Tsui Hark) all'avvicinarsi del fatidico Handover.
Ashes of Time è un wuxia anomalo e secessionista, permeato da una lamina ermetica e metafisica che scardina qualsiasi logica di genere o stile.
La storia labirintica e atemporale si destreggia tra flashback e flashword riguardanti diversi personaggi tutti afflitti da relazioni amorose dolenti e nocive (grande classico nella cinematografica del regista) frammentate da combattimenti incorporali e sfuggenti laddove un montaggio discontinuo e connotativo si combina impercettibilmente con una vorticosa shaky camera unita ad un perenne slow-motion.
Gole sgozzate e arti mutilati vengono altresì bruscamente alternati ad una sorta di pillow-shot in natura morta altamente simbolici, raffiguranti sovente il desiderio amoroso del malcapitato rendendo pertanto la sequenza tanto indecifrabile quanto affascinante...
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