Regia di Andrzej Wajda vedi scheda film
Voto 10/10
Bellissimo. Non è un film facile, la trama è alquanto intricata e vi sono molti riferimenti alla storia polacca del periodo della Seconda guerra mondiale che potrebbero non essere colti da uno spettatore ignaro di essa, ma non si può sminuire la dolorosa ispirazione di Wajda e la straordinaria forza delle sue immagini, che da un lato anticipano la libertà formale della Nouvelle Vague (ad esempio nella scena d'amore, con quelle dissolvenze incrociate che rimandano a Truffaut), dall'altro ricordano in maniera evidente lo stile neo-espressionista di Orson Welles, da cui Wajda mutua ad esempio l'utilizzo di obiettivi grandangolari. Al di là di uno stile molto "evidente", che nelle scene d'azione si avvicina al decoupage del thriller americano, Wajda colpisce anche e soprattutto per la poesia di alcune sequenze come la celebre passeggiata sotto la pioggia fino all'arrivo in una chiesa dove Krystyna legge una lapide che riporta alcuni versi del poeta polacco Norwid che danno il titolo al film, per il clima di disincanto e scetticismo che finisce per contagiare anche Maciek, che dopo la scoperta dell'amore vorrebbe tirarsi fuori dalla missione omicida che gli è stata assegnata, ma resterà intrappolato in quella tragica spirale di violenza che segna la storia polacca dell'immediato dopoguerra. Ci sono molte sequenze memorabili (oltre a quelle già citate, direi tutta la parte finale con l'omicidio del dirigente comunista e la morte di Maciek) e una certa abbondanza di "sub-plots" e di personaggi secondari, ma se si segue il film con attenzione, i conti tornano tutti, quindi metterei comunque all'attivo la sceneggiatura scritta dallo stesso Wajda e da Jerzy Andrzejewsky che è anche l'autore del romanzo da cui è tratto il film. Per quanto riguarda gli interpreti, Zbigniew Cybulski diventò un mito per il pubblico polacco anche in virtù della sua tragica e prematura morte nel 1967, ma in questo film è anche assai convincente nel rendere i tormenti interiori del personaggio; al suo fianco buone soprattutto le prove di Eva Krzyzewska nel ruolo del breve amore di Maciek e di Adam Pawlikowski nel ruolo di Andrzej, l'inflessibile luogotenente superiore di Maciek. Il critico americano Bosley Crowther paragono' l'attrice appena menzionata a Gina Lollobrigida, ma dal punto di vista fisico non ci ho trovato troppa somiglianza. Martin Scorsese e Francis Coppola lo ritengono uno dei più grandi film di tutti i tempi e molti critici polacchi il miglior lungometraggio della storia del loro cinema; ad una prima visione questi elogi mi sembrarono un po' eccessivi, ma adesso tenderei a dargli ragione.
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