Regia di Orson Welles vedi scheda film
L'Otello di Welles è stato, come tutti i suoi lavori, un film dalla lavorazione estenuante e travagliata; il quasi immediato fallimento del produttore fu solo il primo - e neppure uno dei peggiori - inghippo che causò complicazioni e ritardi nella lavorazione. Ne vennero poi tantissimi altri, tanto che non è esagerato supporre che si tratti del film più sfortunato e rimaneggiato della storia del cinema, quantomeno per un solo regista ed un solo progetto. Welles era però un genio e nulla lo poteva abbattere: neppure girare un campo in nord Africa e un controcampo in Italia, senza moviola nè montatore che potessero aiutarlo a gestire le inquadrature nella maniera più scorrevole possibile; neppure la mancanza - momentanea - dei costumi (per un film in costume!) riuscì a fermare lo smisurato ingegno del regista e protagonista: si inventò su due piedi una scena ambientata nella sauna, forse la più celebre del film, per ovviare anche a questo inconveniente. Welles ci racconta molti aneddoti su quel complesso periodo della sua carriera, senza tralasciare la modestia che lo contraddistinse sempre nel parlare pubblicamente delle sue opere ed affidandosi anche alla memoria del collega sul set, ed amico di una vita, Michael Mac Liammoir, che nell'Otello interpretava Iago, e a quella di Hilton Edwards (Brabanzio). Si tratta di un documentario a costo ridottissimo e fatto principalmente di 'chiacchiere' (un monologo di Welles prende la prima metà e oltre del film), ma dall'utilità enorme per chiunque fosse interessato a saperne di più sull'arte di uno dei massimi autori cinematografici di sempre. 6,5/10.
Orson Welles racconta della travagliata lavorazione dell'Otello, film che all'inizio dei '50 gli costò anni di fatiche e pure denari personali, poichè il produttore fallì. Il regista ne parla anche con due degli attori, Hilton Edwards e Michael MacLiammoir, ed infine davanti ad una platea universitaria.
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