Regia di Agnés Varda vedi scheda film
Mi sono sempre chiesto dove vadano a finire i prodotti non venduti dei supermercati o i generi alimentari vicino alla data di scadenza, molto probabilmente nell’immondizia, perché è buona regola del mondo capitalista sprecare invece di ridistribuire o regalare. Però alcune persone (dei più svariati tipi) si sono date da fare e hanno iniziato a scoprire quei luoghi dove poter trovare gli scarti alimentari (naturalmente ancora commestibili) e a usarli. Altro discorso è il raccattare, in campagna, quello che avanza dei periodi di raccolta, anche lì c’è un tesoro che in pochi conoscono. Agnes Varda, con uno stile molto personale e poetico, ci racconta questo paradosso della nostra società. Rifacendosi a un quadro di Millet, la regista francese traccia un paragone fra la posizione fisica (oltre che sociale) degli spigolatori e quella delle persone che raccolgono cose dalla strada. Insomma il riciclaggio potrebbe diventare uno stile di vita (o forse un’ossessione) e per alcuni già lo è. Agnes ci regala dei moneti lirici come quando ricerca patate a forma di cuore o tenta di catturare nella sua mano i camion che passano per una strada. Ci sono diversi incontri lungo il documentario, uno che mi ha particolarmente colpito è quello con un uomo dalle molteplici sfaccettature, diplomato, insegnate di francese per stranieri, venditore di giornali alla stazione, lo vediamo la mattina presto ai mercati generali, a rovistare fra le cassette di frutta e verdura lasciate sull’asfalto, superando così la stupida idea che si debba essere poveri per fare questo. Il riciclare andrebbe provato almeno una volta, come il frugare nei cassonetti o nelle loro vicinanze nella ricerca di qualcosa di utile, non si sa mai cosa potremmo trovare. Personalmente mi sono dedicato alle scarpe femminile, per soddisfare così alcune mie fantasie che non starò qui a descrivervi.
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