Regia di Bertrand Tavernier vedi scheda film
un ottimo esordio per Tavernier. Il film, tratto da un romanzo di Simenon, possiede la sua forza soprattutto nei dialoghi e nella capacità del regista di esplorare in modo profondo la psiche dei protagonisti. Ovviamente è Michel Descombes, l’orologiaio (un grande Noiret che collaborerà più volte con Tavernier), la figura su cui si concentra maggiormente l’attenzione, ma anche il commissario interpretato da Jean Rochefort e l’amico dell’orologiaio, Antoine (Jaques Denis, visto anche in “Jonas che avrà 20 anni nel 2000” di AlainTanner) hanno una loro personalità da esprimere. Ben descritte anche le figure minori. Tra le sequenze più belle del film ricordiamo l’incontro tra Michel e l’ex nutrice del figlio, il dialogo con Antoine dopo il processo ed il colloquio in carcere tra il padre e il figlio.
Michel Descombes, un orologiaio vedovo, viene a sapere che il figlio ha assassinato un uomo che aveva fatto licenziare la sua compagna e che probabilmente l’aveva molestata. Questi verrà ritrovato assieme alla donna e arrestato. Durante il processo l’orologiaio si dichiarerà completamente solidale con il figlio.
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