Regia di Bertrand Tavernier vedi scheda film
Negli anni Settanta, Tavernier era considerato in Francia l'anti-Truffaut, poiché aveva rispolverato sceneggiatori della vecchia scuola, come Jean Aurenche e Pierre Bost, che erano stati tra i bersagli preferiti del Truffaut teorico della nouvelle vague. Nonostante ciò, proprio Tavernier e Truffaut sono i cineasti francesi che amo di più. E CHE LA FESTA COMINCI... resta il film, tra quelli girati dal regista lionese, che preferisco. Si tratta di un film in costume, a mio parere degno di affiancare BARRY LYNDON, tra i più belli mai realizzati. La trama è abbastanza semplice: uno spiantatissimo nobilastro bretone si reca a Versailles per dare al Reggente un ultimatum circa l'indipendenza della molto futuribile Repubblica della Bretagna. Nella capitale francese, mentre il Re designato ha solo nove anni, comanda Filippo d'Orleans, spalleggiato da un tale Abate Dupuis (il cui unico merito è di avere salvato la vita al Reggente in battaglia), che aspira alla poprpora cardinalizia, pur essendovi molti dubbi sul fatto che sia almeno battezzato. Questa conventicola di nobili passa la vita a gozzovigliare, tra cene pantagrueliche ed orge gigantesche, mentre intorno il popolo muore letteralmente di fame. Fotografato magistralmente da Pierre-William Glenn, recitato da almeno tre attori in stato di grazia, Noiret, Rochefort (indimenticabile) e Marielle, diretto da un regista che ha ogni titolo per essere definito Maestro, CHE LA FESTA COMINCI... è, secondo me, uno dei capolavori cinematografici degli anni Settanta.
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