Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Adattamento cinematografico dell'opera di Mozart, va considerato uno dei migliori esempi del genere "opera filmata". Introdotto da un breve prologo in cui l'Ouverture dell'opera è accompagnata da un montaggio di volti di spettatori facenti parte del pubblico (fra cui lo stesso regista), è una delle opere più ottimiste e gioiose di Bergman, una sorta di incantesimo audiovisivo in cui l'aspetto teatrale dell'opera risulta integrato con intelligenza alla messa in scena cinematografica (pregevole, ad esempio, l'idea di mostrare per la prima volta l'immagine animata della principessa Pamina in una specie di specchio magico). Pur con qualche ritocco resosi necessario, la fedeltà all'opera di Mozart è indubbia (del resto, il libretto di Schikanader è ritenuto dai critici musicali inferiore rispetto a quelli di altre opere del genio di Salisburgo), la fluidità cinematografica è ammirevole con una sapiente alternanza di inquadrature delle quinte teatrali, primi piani dei volti degli interpreti e perfino un breve intermezzo, a metà film, con i cantanti che giocano a scacchi nel "dietro le quinte". E' uno spettacolo che seduce grazie alle invenzioni di regia, al tono fresco e spigliato che l'opera di Mozart riesce a conservare nel linguaggio audiovisivo e che, nella parte finale, si traduce in una riflessione sui valori più elevati che produce nello spettatore una vera estasi.
voto 9/10
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