Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Il flauto magico non è solo un'opera lirica, ma è una favola e un sogno e soprattutto nelle intenzioni di Mozart è un'opera portatrice di un messaggio d'amore e umiltà universale. Bergman in questa riduzione cinematografica ne trae un capolavoro, forse la migliore opera lirica mai trasposta in film. Sono memorabili le scene iniziali dove è subito chiaro chi deve essere il destinatario del film: qualsiasi bimbo, qualsiasi adulto di qualsiasi razza, colore, credo. Perchè la musica è il linguaggio universale che possono comprendere tutti gli uomini e i valori del Flauto Magico sono la base per un mondo migliore. Lo spettacolo nello spettacolo, l'ironia sottile e la leggerezza fiabesca dell'opera colgono nel segno e trasmettono la sensazione di un mondo in cui poter credere nuovamente senza stancarsi mai. Il teatro come rappresentazione della vita, la dichiarata finzione mostrata nel dietro le quinte durante gli intermezzi musicali sono un elogio a un'arte sempre più bistrattata (quella teatrale appunto) che può rappresentare in maniera veritiera ciò che non è poiché gode del dono di potere essere tutto e niente. Il connubio Bergman-Mozart è da non perdere. Sebbene spesso venga criticata la scelta di Bergman di far cantare l'opera in svedese, credo che la spiegazione sia da rintracciare nella scelta che fece allora Mozart, anch'essa fuori dai canoni: un'opera in tedesco? Non sia mai, l'opera deve essere in italiano! Oltretutto la lettura di Bergman è filologica, una sua felicissima intuizione è quella di far prendere in mano agli attori, durante la rappresentazione, un cartellone con su scritto il messaggio-slogan che viene enunciato in quel momento. La morale della favola è tutta lì, in quelle frasi dove si denuncia la menzogna e si premia la verità. Insomma, ritengo questa un'opera intellettualmente onesta in una interpretazione memorabile.
Una favola eterna dove la lotta tra il bene e il male si manifesta nella lotta di un principe per salvare la propria principessa. Solo che quasi mai l'apparenza mostra le cose come stanno. La madre cattiva, il cattivo che in realtà è un saggio, il mondo idealizzato e salvato dai due protagonisti. Con chi mi identifico? Con Tamino per la fiducia negli ideali, con Papageno per la goffaggine e i suoi sproloqui...
Il capolavoro di Mozart eseguito con maestria in un'interpretazione indimenticabile
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta