Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Parentesi di vita di un ragazzotto cattolico fra ipocrisie, giudizi assoluti e dissonanze varie. Nonostante sia percepibile una certa componente velatamente autobiografica (e se vogliamo autocritica), la vicenda in sé è più che altro un pretesto per mettere in scena il primordio della New York metropolitana che impareremo a conoscere in seguito: notturna, degradata, abitata da personaggi problematici che sembrano in perpetua attesa dell'apocalisse. Un lavoro imbevuto di Nouvelle Vague e del cinema di John Cassavetes, che alterna una narrazione lineare a momenti più apertamente sperimentali risultando parecchio sconnesso e tirato per le lunghe. Però, per quanto acerbo, lascia anche trasparire un certo gusto nella messa in scena, assolutamente non comune in opere prime quasi amatoriali come questa. Uno di quei casi in cui il valore potenziale riesce a far chiudere un occhio sulle evidenti mancanze.
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