Regia di Eric Rohmer vedi scheda film
L'impresa eroica sulla pellicola è quella di Perceval (Parsifal), ma nella realtà è quella di Rohmer, ed è addirittura doppia: innanzitutto mettere in scena un corposo romanzo in versi in rima (Perceval ou le Conte du Graal, di Chrétien de Troyes) e poi emanciparsi dal suo cinema ormai ultracodificato e solidissimo, fatto di minimalismo (che comunque in qualche modo qui resiste) ed analisi sociale, storie sentimentali e quotidianità (e tutto ciò in Perceval scompare quasi completamente). Sorprendono pertanto le scelte del regista francese, che opta per una messa in scena scarna ma accuratissima, interamente ambientata in studi di ripresa, con scenografie eleganti ma fintissime, e ovviamente costumi medievali visto il periodo in cui la storia si svolge; anche i consueti dialoghi (pure troppo corposi, spesso veri protagonisti dei film di Rohmer) sono costretti a lasciar spazio alla narrazione del poeta, i cui versi sono riportati fedelmente - ma non nella loro totalità, poichè le già non poche due ore e un quarto di film sarebbero finite per diventare chissà quante. Gli ambienti di una teatralità quasi ostentata suggeriscono un parallelo con ciò che Von Trier farà venticinque anni dopo con Dogville, portando però l'idea a conclusioni estreme; frequenti i momenti musicali, con componimenti a tema che seguono costantemente il testo d'origine. Esperimento per nulla facile, nè a concretizzarsi, nè a seguirsi per il pubblico, ma sufficientemente riuscito. 6,5/10.
Le gesta eroiche medievali di Perceval, cavaliere quasi per caso, che affronta e sconfigge altri cavalieri per conquistare il cuore dell'amata.
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