Regia di Jean Renoir vedi scheda film
*** Intenso e scarno, il film naturalista di Renoir è in realtà un gran melodramma rurale e sociale ambientato tra gli immigrati nel sud della francia e uno dei non pochi inni renoiriani alla forza della natura.
Un racconto che sembra tratto da Zola o Verga, ma che anticipa di più di 10 anni "Riso amaro" di De Santis(senza la sua radicalità di genere),usando gli stilemi narrativi del dramma sentimentale per raccontare il dolore e la fatica dell'immigrazione francese(e corsa e italiana), descrivere le dinamiche sociali all'interno di questi gruppi misti e ritrarre una società che in nome del progresso riscopre in tutti i suoi i lati (dalla sensualità istintiva alla ferocia)la primitività.
Perfetta nel mescolare musica originale e canti popolari di molte parti del Mediterraneo, come testimonia il bellissimo inizio sul treno.
Renoir lascia qualche volta il ritmo a briglia sciolta ed il suo metodo a volte ne risente, ma resta un film bello e importante.
Renoir si immerge con poche remore nella natura madre e matrigna del sud della Francia, riuscendo a trasmetterne bellezze e miserie, senza mai dimenticare la forza del racconto e l'intensità del discorso: magari manca la forza immaginifica dei suoi film migliori, ma c'è una concretezza che lascia il segno.
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