Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Non incontra la mia simpatia al cento per cento, comunque è un capolavoro, non c'è che dire. E' un film che scava a fondo nei personaggi, specie quello dello stesso Eastwood e della ragazza. Il primo è un uomo ferito dalla vita, più precisamente ha un rimorso tremendo per un evento del suo passato, che rimane imprecisato (la rottura con la figlia? qualche vicenda con la moglie?). Tenta di colmarlo con un approccio maldestro con la fede, aiutato troppo poco da un prete piuttosto sfuggente e un po' qualunquista. Nel dialogo finale in chiesa si ferma ad ascoltarlo e gli dà alcuni consigli giusti, ma anche lì poi si alza e se ne va troppo presto. Lei, invece, proviene da una famiglia per nulla encomiabile, e ha una madre egoista e rozza. Ormai ho visto quanto Eastwood sia capace di dipingere personaggi con pochi ma efficaci tratti, anche scegliendo gli attori giusti. Ha il coraggio di sceglierne di brutti che sanno fare gli antipatici, quando serve al personaggio (quasi tutti i registi hanno paura di prendere attori brutti). Mi riferisco qui alla madre di lei, con quella combriccola di figli ipocriti ed egoisti. Sembra quindi che la ragazza si dedichi anima e corpo al pugilato nel tentativo - mal indirizzato – di riscatto personale.
La regia è attenta e precisa, i silenzi sempre giusti e mai banali, per un film profondo e a tratti sgradevole. Buona anche l'interpretazione di Freeman. Non manca una certa dose di violenza negli incontri, fatto che mi conferma nella mia avversione al pugilato, tanto più se a combattere sono le donne. Se non fosse per la crudezza di certe situazioni, e altre che sono agghiaccianti (l'episodio dell'eutanasia), e ancora per un finale che prospetta un'improbabile pace ritrovata del protagonista, gli avrei dato cinque stellette.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta