Regia di Satyajit Ray vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 15 - RETROSPETTIVA SATYAJIT RAY
Apu è ormai un uomo, ha studiato ed ha un bagaglio culturale e una capacità di scrittura in grado di fargli desiderare di sfondare come scrittore. Incontrato per caso un vecchio amico d'infanzia, costui lo conduce al matrimonio della sorella come invitato.
Ma quando lo sposo, frutto di un'unione combinata per cinvenienza, si rivela un folle, il matrimonio salta. Disperati per l'avvenimento, che renderà maledetta la sposa se non riuscirà a sposarsi entro i giorni favorevoli, la stessa verrà proposta ad Apu che, a corto di esperienze sentimentali e, attratto dalla bellezza della giovane, finisce per accettare.
I due, che si scopriranno incredibilmente fatti uno per l'altro, si trasfeeiranno a Calcutta, e la sposa, di famiglia benestante, accetterà di buon grado l'umile sistemazione a casa di Apu, inquilino moroso e senza soldi in una vecchia stamberga vicino alle rotaie.
Come sempre nel mondo di Apu, la tragedia è alle porte, e stavolta sarà lancinante, portatrice di una crisi esistenziale in cui il giovane metterà in discussione ogni frammento di se stesso, a partire dalla sua ambizione più grande, ovvero quella di diventare un famoso scrittore.
Al terzo ed ultimo capitolo della saga sui poveri incentrata su Apu, Satyajit Ray ci offre un dramma amaro ma solo apparentemente senza speranza o soluzione.
La via d'uscita si rivelerà la famiglia, o almeno ciò che resta, nella rappresentazione di una paternità riscoperta, maturata e rivalutata che dà avvio ad uno dei finali più struggenti e commoventi della storia del cinema. Riprese mirabili su volti esoressivi e location straordinarie, in grado di farci entrare a far parte di un mondo e di una società a noi così lontana sia nel tempo, sia a livello geografico e culturale.
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