Regia di Alexander Payne vedi scheda film
Il cinema di Alexander Payne ,a questo punto pare chiaro,è fatto di commedie adulte e malinconiche,con protagonisti medi,se non mediocri,in un'Ameirca piuttosto lontana dai classici clichés hollywodiani.Candidato a cinque importanti premi Oscar e incensato dalla critica sia al di là che al di qua dell'Atlantico,si è visto sfilare la nomination che pareva più scontata,quella per il protagonista Paul Giamatti:storia di una coppia di amici verso i quaranta che,alla vigilia delle nozze di uno dei due,decidono di fare un viaggio enofilo in California,è l'occasione per un bilancio comico-triste su una vita che ha riservato non poche delusioni.Se il personaggio di Giamatti,goffo nel fisico,è un malato cronico di timidezza,che si nega ogni potenziale risorsa,quello di haden Church è un ex-"american boy" che ha avuto una carriera fallimentare da attore e pensa di aver pescato il jolly nell'aver trovato una moglie carina e ricca.Lungo la strada,i due entrano in conflitto,combinano qualche guaio,hanno l'occasione di una rinascita sentimentale:Payne accompagna i suoi bravi attori in un film piacevole,con un finale dal retrogusto amarognolo come certi vini,che assomiglia da vicino a quella sarabanda strana che può essere la vita.Però,pur avendolo apprezzato e dopo essermelo goduto ,mi pare che sia stato sollevato un entusiasmo addirittura eccessivo da parte della stampa:care Penne Autorevoli,basta un film ben scritto e andate in delirio?E' un segnale allarmante,vi manca così tanto il buon cinema americano?
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