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Milano '83

Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film

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La recensione su Milano '83

di Baliverna
8 stelle

Un poema in immagini, girato nel brulichio della metropoli da un Olmi più gaio e dinamico del solito.

Dovrebbe chiamarsi "Milanesi '83", perché Ermanno Olmi mette al centro del suo documentario gli abitanti della grande città, e non la città stessa, che vi compare come sfondo con la sua solita nebbia. Si tratta di un montaggio abbastanza rapido delle più diverse immagini e inquadrature, il cui elemento costante è il brulichio di persone nelle strade e nei luoghi pubblici: dai mezzi di trasporto, alle scuole, ai negozi, ai locali. Dal mattino alla sera l'agente s'affretta, si siede, corre, lavora, mangia, beve, passeggia, chiacchiera e... dice il proprio nome in macchina. Una parte delle persone filmate, infatti, dice come si chiama all'operatore, il quale deve averglielo appena chiesto (ma non lo sentiamo). Sia nelle migliaia di comparse che in questi protagonisti di un istante vediamo il noto interesse del regista bergamasco per la gente comune, per quelli che non hanno niente di eccezionale, per coloro che vivono una vita normale senza distinguersi in nulla. Una parte cospicua la occupano i giovani e i bambini; quanto alle comparse mute, per così dire, Olmi predilige filmare ragazze carine ma poco agghindate e truccate: l'operaia, la commessa, la liceale, la donna con le borse della spesa. Infine vediamo diverse coppiette di innamorati che si sbaciucchiano sulle panchine. Insomma, i personaggi che siamo abituati a vedere nei film del regista. Non mancano vecchi, e operai con una vita di duro lavoro alle spalle.
A sfondo di questa carrellata sui milanesi sentiamo una colonna sonora indovinata, che ben si accompagna alle immagini.
Nell'insieme, è un'opera agile e gradevole, che si guarda volentieri e incuriosisce. La consiglio soprattutto i milanesi, che possono rivedere la loro città e i loro abitanti 35 anni fa. La popolazione di Milano non è poca, ma molti sono anche i volti che compaiono nel film: chissà che a qualcuno non capiti di riconoscersi, quando, ignaro, fu catturato dall'obiettivo lontano e discreto, ma non furtivo, di Ermanno Olmi.

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