Regia di Alina Marazzi vedi scheda film
Narrato in prima persona come fosse un diario di viaggio "Un'ora sola ti vorrei" costituisce uno dei documentari più toccanti e sinceri degli ultimi anni.
Artefice dell'operazione è Alina Marazzi che per realizzarlo ha recuperato sessanta bobine di film amatoriali in 16 e 8 mm che raccontano la vita della madre Líseli Hoepli Marazzi, morta suicida nel 1972 a soli 33 anni.
Attraverso documenti visivi e cartacei la regista compie infatti un'operazione coraggiosa ma allo stesso tempo necessaria. Ricostruire la breve ma intensa esistenza di Liseli per cogliere i motivi del suo malessere e per tracciare uno spaccato di una società - quella borghese degli anni'70 - incapace di comprendere un male oscuro e terribile come la depressione.
La memoria visiva quindi come mezzo per ridare dignità ad una donna triste e incompresa e come antidoto per placare un vuoto affettivo lacerante e incolmabile.
Per un'opera che - nonostante qualche passaggio oscuro - scava nei sentimenti più intimi dell'animo umano e lancia un leit motiv che assume ora i toni del grido ora quelli del dolce ricordo. "Un'ora sola ti vorrei".
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta