Regia di Alina Marazzi vedi scheda film
Documentario composto da filmini in super 8. Una vita spezzata a 33 anni. Alina Marazzi ci regala un dono d’amore, doloroso, ma profondamente ed intimamente necessario, film straziante, ma vero, il racconto, per immagini e suoni di una Lucida follia. Una madre persa troppo presto Liseli Hoepli.
Un’ora sola ti vorrei - (2002) Alina Marazzi, con la stessa tecnica di Isabella Rossellini, nel documentario “Io sono Ingrid” ricostruisce la vita della mamma Luisella Hoepli detta Liseli, morta suicida nel 1972, quando aveva 7 anni attraverso i super 8 girati dal nonno materno. Non è solo una ricostruzione documentaria, ma un viaggio doloroso, per capire le origini, di una mamma poco conosciuta. “un’ora sola ti vorrei” attraverso i filmini e la voce registrata su nastro,ci restituisce l’anima di Liseli, il volto apparentemente gioioso di Liseli, però profondamente malinconico e triste, di una donna incapace di vivere, preda delle sue debolezze mentali. Una donna a cui non mancava niente, floridezza economica, una grande famiglia, un marito e due figli, da allevare con amore. Il nonno di Liseli fu il fondatore della casa editrice Hoepli, quindi oltre la ricchezza Liseli era cresciuta in un ambiente culturalmente elevato ed istruito. Naturalmente, come capita a tutti i filmini , sono recitati, più che vissuti e questo traspare, perché invece dalle lettere rinvenute e conservate traspare e trasuda tutta la fragilità di una donna sofferente e sempre dispiaciuta, una donna però che amava i suoi figli, ma non era in grado di avere attenzione e cura, come una mamma deve avere, una specie di inadeguatezza al ruolo. Liseli si sentiva fuori posto nel mondo, nonostante in apparenza non le era mai mancato nulla. Al centro della storia c’è il racconto del rapporto madre e figlia interrotto troppo presto e troppo in modo brusco. Alina Marazzi intuisce e capisce che il disagio della mamma, sicuramente fu legato alla maternità, non è facile fare questo mestiere, quando si ha la mente debole ed e’ questo il dolore ed il dubbio, che è anche suo e quindi di tutte le mamme, la paura di deludere i figli e di dimostrarsi non all’altezza del compito. Un film che ci colpisce ed emoziona, nel profondo e ci turba, perché la Marazzi, compone il suo puzzle di immagini, suoni e canzoni in modo naturale e catartico, ci regala e si regala uno straziante dono d’amore, Liseli ragazza bellissima e malinconica, il suo sguardo, i suoi primi piani, i suoi sorrisi catturati dalla cinepresa sono profondi di un’umana bellezza, che nascondeva un tormento che dopo ricoveri in cliniche svizzere porto’ all’insano gesto. Alina Marazzi, che ho conosciuto personalmente è una donna intelligente, sensibile e creativa, il suo film è ben strutturato, e’ riuscita a comporre in modo armonico tutti i tasselli , montato alla perfezione, con la voce narrante, che illustra e ci fa capire il profondo senso di questa ricostruzione di un dramma privato, ma reso pubblico con grazia, un prodotto gentile e ben confezionato. Un film fluido, non pietistico, non una fredda ricostruzione, ma un atto d’amore di una figlia per una mamma poco conosciuta e troppo presto perduta, ma dentro di lei. Alina Marazzi ci induce con il suo film ad interrogarci sulla depressione, sul male di vivere, la malattia mentale, che a volte non capiamo esiste e la regista ha avuto il merito di farci riflettere con il suo delicato film.Nessuno e’ indenne, può capitare a tutti, dobbiamo essere solidali e non puntare il dito, perché una vita spezzata e’una sconfitta di tutti, la società e’ crudele, ma la società siamo noi. Un’ora sola ti vorrei film da vedere, perché rappresenta il tentativo riuscito di fare cinema in modo alternativo, ma ugualmente affascinante. Voto 7.5
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