Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film
"Ogni persona d'onore sceglie di perdere piuttosto l'onore che la propria coscienza"
Michel De Montaigne.
E' cosi che voglio cominciare a scrivere di questo film.L'onore come valore aggiuntivo,un codice etico che si va perdendo tra colpi di pistola e delazioni."Tutte le ore feriscono,l'ultima uccide",titolo che dice tutto.Ogni ora è un travaglio umano,una corsa alla sopravvivenza,si ammazza non per vilta',ma per cercare il diritto d'esistere.Come "Gu" Minda,criminale evaso,uno di quelli dal colpo facile.Scafato e segnato dalla vita,il nostro "Gu" sogna di uscirsene,di rifarsi un esistenza con l'amata, lontano dal crimine.Ma la scelta criminale detta destini e leggi,c'inganna per un secondo ,vivendo in faune dove legge e giungla da sparo sono identiche.Un regista come Melville avrebbe potuto fondare un intera carriera solo su questa opera.
Un autentico capolavoro,innarivabile sotto molti aspetti.Ma poi verranno i Frank Costello e i "Senza nome",ma l'apice carrieristico tocca le sue vette qui.Tra Parigi e Marsiglia,tra night fumosi di tabacco e polvere da sparo.In guerre criminali e rapine spettacolari,dove il platino è il "train de vie" per un altro viaggio.Atmosfere rarefatte e minimaliste,fondano una storia senza punti d'incontro.Vi è pero' l'aura disincantata dei personaggi,uomini da romanzo,col codice etico stampato nell'anima. Melville gira sontuosamente,forte d'una narrativa pregna di momenti topici.Ci sono passaggi dove un silenzio vale piu' di mille dialoghi.Sguardi ultimi,come quello tra Manouche e "Gu" prima del duello fatale.Lo sguardo della donna carico di fatalismo,vivo d'un dolore che si annunciera' di li a poco.L'autore francese usa quadri d'ellissi, da catarsi umana.Gli appartamenti polverosi come luoghi d'incontro,le campagne solitarie,dove comanda il fato aggiuntivo.Nel cinema di Melville l'appartamento abbandonato diviene
ventre fatalistico e luogo di passaggio.L'attesa ci è regalata in fotogrammi sensibili,ricchi di tensione palpabile,narrata nelle gesta e negli occhi dei personaggi.
Sbirritudine e delinquenza allora danzano,sono ombre della stessa medaglia.Nessuno si salva,ogni ora è una ferita nell'animo,assume caratteri esiziali distruggendone dignita' e onori.Affascinante il bianco e nero del film, dettato senz'altro da una scelta plausibile, riportandoci in terre epistolari,di romanzi e cinema "hard boiled".Melville mostra l'amore incondizionato per le "Giungle d'asfalto" , trasmettendo l'aura amara da noir americano.La fotografia è quella giusta, assume sguardi nichilisti,dettati da leggi di sopravvivenza, evincenti nel viso di "Gu".Un film da" immersione" nelle paludi della vita,come leggere un romanzo a tinte nere,dove non si sa da che parte stare.Le riflessioni non mancano,ma sono dettate dalla pieta' e il sentimento umano. I personaggi "Melvilliani" non sono malvagi,hanno scelto di vivere assecondando le "leggi" della loro anima.E' giocoforza affidarsi ad un cast dal talento magnetico.Il carisma attoriale è enorme,lo si sente sottopelle in ogni minuto di pellicola.Lino Ventura imponente nei panni del criminale,Paul Meurisse perfetto in quelli del commissario.
Saranno gli unici a mantenere saldi onore e coscienza,"Gu" avra' perso il diritto all'esistenza ma la sua memoria restera' viva.Il finale è amarissimo,ma straordinario nella sua contemplazione.Un fotogramma scenico che vale di piu' di mille lezioni di cinema.Il commissario che assiste un uomo morente,pochi sussurri,nominando una donna....ed una "prova" d'onore,un agendina che riscatta l' esistenza segnata, "buttata" per terra.Il commissario e il criminale sono l'uno l'essenza dell'altro,scelgono dove stare,ma dinanzi alla vita che se ne va,legge e criminalita' non esistono piu'....sopravvivera' solo la dignita'.....
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