Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film
VOTO 9 TRAGICO (Tv 23 Giugno 2011) L'impianto narrativo di questo film di Melville è ammirevole, infatti possiamo dividere il racconto in due parti ben definite. La prima inizia subito con un punto di riferimento preciso, il 28 Dicembre e ogni cambio di scena è scandito da una didascalia con la data e i punti di sospensione, una sorta di conto alla rovescia. Poi, lo schermo diventa bianco, in nero compare la scritta 28 DECEMBRE... è il segno, si parte, da ora in avanti la scansione temporale finisce, le azioni scorrono continue, non è più il tempo a dettare il racconto, ma sono gli eventi. Così il ruolo centrale della rapina (1h10m su 2h23m di film, quasi perfetto anche matematicamente), impone di forza un prima e un dopo, i personaggi mostrati e messi in scena magistralmente nella preparazione dell'intreccio, ora vivono e si scontrano. C'è il gioco guardia e ladri, il destino beffardo, la fine ineluttabile, il traditore, la morale dell'antieroe, il disincanto del suo rivale, insomma l'archetipo polar è compiuto. L'anno dopo guarda caso, arriverà Le samourai, ma i tempi erano già maturi e in questo 1966 Le deuxieme souffle rimane e rimarrà uno dei punti di riferimento del genere (vedere Heat trentanni dopo...), con i suoi silenzi, con le sue interpretazioni (inutile citare Ventura e soci) e sopratutto nel suo rigore. Il rigore dei capolavori, con un'amarezza di chi si butta nel suo secondo respiro, il suo ultimo disperato gesto di riscatto, perchè se si deve perdere almeno si potrà scegliere come...
Alla nascita un solo diritto è riconosciuto all'uomo: la scelta della propria morte. Ma se questa scelta è dettata dal disgusto per la vita, allora la sua esistenza sarà stata risibile...
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