Regia di Masaki Kobayashi vedi scheda film
"Mi sentii come un kimono di seta trascinato nel fango"
Nel Giappone feudale di inizi '700, un anziano e fedele samurai di nome Isaburo Sosabasa, si vede costretto dalle circostanze a fare maritare l'unico figlio con una giovane concubina dello shogun per il quale lavora da una vita, dopo che questa è stata scacciata da corte dopo aver messo al mondo il secondogenito del gran capo, utile a scongiurare ogni problema di successione dinastica in caso di morte del figlio primogenito.
Quel matrimonio forzato si rivela tuttavia ed inaspettatamente, una completa riuscita, al punto che i due affiatati sposi mettono al mondo la loro prima figlia.
Quando tuttavia il primogenito dello shogun muore di febbre in modo improvviso, ecco che il figlio della concubina ripudiata diventa il nuovo erede al trono.
La circostanza richiede che la madre torni ad essere accettata a corte, e che il matrimonio del figlio di Isaburo rimesso in discussione. Devastato da questa seconda, insopportabile coercizione, il samurai si troverà costretto ad agire, proteso a difendere quel che resta della sua onestà stirpe.
Finirà in tragedia, ma non senza un filo di speranza.
L'ultimo samurai, nobilitato dalla presenza del "gigante" Toshiro Mifune e da una regia del grande cineasta Nasali Kobayashi che può definirsi sublime, alternando lunghe sequenze in interno a brevi ma altamente scenografiche inquadrature di esterni tra una natura selvaggia ed incontaminata, è un'opera meravigliosa, un capolavoro melodrammatico sulle ingiustizie sociali che si trasforma da dramma di costume a film d'azione nel suo strepitoso e struggente finale di duelli e sfide, utili a rendere omaggio alla tecnica e alla abilità dell'anziano ma ancora vitalissimo uomo e soldato giusto Isaburo.
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