Regia di Hou Hsiao-hsien vedi scheda film
Primo lungometraggio ufficialmente riconosciuto come «proprio» da Hou Hsiao-hsien, I ragazzi di Feng Kuei segna uno scarto decisivo, non solo con il cinema precedente del regista di Meixian, ma con il panorama cinematografico taiwanese tout court. Inoltre, è il film che rivela - anche se in maniera sotterranea - la cinematografia taiwanese all'Occidente, grazie anche all'interesse e l'entusiasmo che suscita in un giovane critico dei «Cahiers du cinéma», Ovilier Assayas.
I ragazzi di Feng Kuei è il primo film di Hou in cui si intrecciano indissolubilmente cronaca famigliare, in parte anche autobiografica - Hou aveva fatto parte di una «gang», come quella illustrata nel film - e situazione storico-sociale di Taiwan.
Hou Hsiao-hsien focalizza, con I ragazzi di Feng Kuei, il proprio stile, optando per i piani lunghi, l'uso del piano-sequenza, la recitazione naturalistica e spontanea. A differenza dei suoi film successivi, Hou utilizza un commento musicale tipicamente occidentale come le Quattro stagioni di Vivaldi, per sottolineare i passaggi della vita dei quattro giovani.
I ragazzi di Feng Kuei è la storia di una banda giovanile di quattro teppistelli, che passano senza scopo le loro giornate, tra una visione clandestina al cinema - come nel caso di Rocco e i suoi fratelli -, e le liti con le gang rivali. Il film si concluderà con la scissione dei quattro, ognuno verso il proprio destino.
Hou Hsiao-hsien focalizza, con I ragazzi di Feng Kuei, il proprio stile, optando per i piani lunghi, l'uso del piano-sequenza, la recitazione naturalistica e spontanea.
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