Regia di Georges Franju vedi scheda film
L’orrore dà spettacolo anche nella realtà di tutti i giorni, anche quando è avvolto nel silenzio e nell’immobilità delle sale di un museo, nel loro vuoto rimbombante di retorica. La guerra, i cui strumenti sono messi in mostra come cimeli nelle stanze de l’Hôtel des Invalides, è la tragedia onnipresente che lascia in eredità reliquie di metallo e relitti umani, sontuose armature e corpi storpiati. Dietro la grancassa dei cannoni e lo squillo delle spade, dietro ai cori altisonanti delle scuole militari si nasconde la tristezza di un’umanità violata, ferita nella carne e nello spirito, e resa muta dal dolore e dall’emarginazione. In questo teatro di infinito dolore, l’eroismo è una leggenda dall’estetica mortifera, la cui bellezza si riassume nel gelido sfarzo di un monumento sepolcrale. Nello scenografico casermone parigino che ospita le spoglie di Napoleone, tutto è tetramente eterno: dal marmo dei mausolei imperiali, alle membra, perdute per sempre, dei reduci delle trincee francesi.
In questo documentario lo sguardo di Franju appare fisso e come attonito, mentre si posa sulle prove immortali dell’irrimediabilità del male, che ispira oggetti d’arte e prodigi tecnologici, e che - come la Storia inutilmente insegna - non smette mai di essere solennemente celebrato.
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