Regia di Jean Epstein vedi scheda film
Buona parte del cinema anni '20 vive una sorta di fascinazione mistica, come se le nuove potenzialità cinematografiche trovassero una naturale sublimazione in effetti scenici, musiche semi-oniriche e suggestioni visive. Non fa eccezione questa bellissima trasposizione di due celebri racconti di Edgar Alan Poe, dove ad una storia ammantata di misticismo sulla apparente morte e resurrezione della moglie del pittore Usher, fa da sfondo la magistrale padronanza del mezzo cinematografico di Epstein: chiaroscuri, sovraimpressioni, vivaci carrelli così come innovativi ralenti e livide scene di indubbio fascino. Il tutto viene accentuato da un martellante accompagnamento musicale, che si sposa magistralmente ad atmosfere perennemente sospese tra finzione e realtà in un film che è un piccolo capolavoro cinematografico.
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