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Serenata alla luna

Regia di Terence Davies vedi scheda film

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La recensione su Serenata alla luna

di steno79
7 stelle

Esauritosi il ciclo delle opere autobiografiche, Davies è passato a realizzare alcuni adattamenti cinematografici da romanzi, e il primo di essi è stato "Serenata alla luna" ("The Neon Bible", 1995), tratto dal romanzo omonimo dello scrittore americano John Kennedy Toole. Per realizzare il film Davies si è recato negli Stati Uniti, in una terra con una cultura ben diversa dalla propria, e per la prima volta ha lavorato con attori di un certo calibro, come Gena Rowlands, indimenticata interprete di tanti film di John Cassavetes, Diana Scarwid e Denis Leary. Il film narra la storia del difficile percorso di maturazione di David, un ragazzo del profondo Sud degli Stati Uniti negli anni Quaranta, che cresce in un ambiente bigotto e ipocrita ed è affascinato dalla figura della zia Mae, una cantante di night-club dalle maniere piuttosto anticonformiste che desta scandalo nella piccola cittadina dove vivono. Ma, dopo che il padre sarà morto in guerra e che la madre si sarà suicidata per il dolore, David dovrà affrontare la vita da solo, rimanendo coinvolto in drammatiche circostanze da cui riuscirà comunque a fuggire, partendo per sempre dalla sua città. Nonostante l'evidente volontà di rinnovamento, riscontrabile anche nell'utilizzo del Cinemascope per la prima volta da parte del regista, "Serenata alla luna" si riallaccia idealmente al materiale narrativo delle opere precedenti di Davies: anche qui il protagonista è un ragazzo sensibile e introverso che cresce in un ambiente familiare problematico dove il padre è un bruto che picchia la moglie e incute timore al figlio; anche qui vi sono gli effetti negativi del dogmatismo religioso e il potere magico e affabulatorio della musica popolare. E' come se Davies avesse vampirizzato il romanzo di Toole, trasportandolo completamente nel suo universo e attirandosi così molte critiche di ripetitività, forse non del tutto infondate. Tuttavia, anche se resta un'opera un po' minore nell'itinerario artistico del regista, "Serenata alla luna" non manca di motivi di interesse, come la bella interpretazione della Rowlands (che canta splendidamente My Romance di Rodgers e Hart in una scena), o alcune sequenze piuttosto forti come il meeting evangelico-revivalista del predicatore Bobbie Lee Taylor, dove Davies critica ferocemente ogni tipo di religione che anteponga gli interessi economici ai bisogni della gente. Questa sequenza è particolarmente stimolante perché, nel mettere a nudo l'ipocrisia e il fanatismo di questa religione-spettacolo, Davies si scaglia anche contro l'ottuso maschilismo di cui era impregnata la cultura del Sud degli Stati Uniti di quegli anni, poiché il predicatore vede il concetto dell'autonomia delle donne come una prostituzione del peggior tipo. In questo modo, Davies si ricollega al discorso "femminista" di "Voci lontane", approfondendolo da un'altra prospettiva. Comunque, talvolta nel film si respira quasi un'atmosfera alla Tennessee Williams, e vi sono dichiarati omaggi a "La morte corre sul fiume" ("The night of the hunter", 1955) di Charles Laughton, soprattutto per il forte puritanesimo religioso e l'onnipresente senso del peccato che caratterizzano la mentalità della gente. 
voto 7/10

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