Regia di Henri-Georges Clouzot vedi scheda film
H-G. CLOUZOT
"Pagheremmo qualsiasi cosa per sapere cosa pensava Rimbaud mentre scriveva "Il battello ebbro", cosa pensava Mozart mentre componeva "La sinfonia Jupiter". Per conoscere quindi quel meccanismo segreto che guida il creatore nella sua pericolosa avventura.
Grazie a Dio, ciò che è impossibile con la poesia e la musica, è realizzabile con la pittura. Per sapere cosa succede nella testa di un pittore, basta seguire la sua mano. Come vedrete, è una strana avventura, quella del pittore. Cammina e scivola in equilibrio sul filo del rasoio; una curva lo spinge a destra, un'ombra lo trascina a sinistra. Se non riesce a rimettersi in equilibrio, tutto precipita. Tutto è perduto.
Il pittore procede a tentoni come un cieco, nell'oscurità della tela bianca, e la luce che nasce poco a poco, è il pittore che la crea paradossalmente, accumulando le zone d'ombra." Parola di Clouzot, che ci introduce con la sua voce il filo ispiratore di un film unico nel suo genere.
Il mistero Picasso infatti è un'opera prima, nel senso di unica, inimitabile, eccezionale come solo un grande regista poteva riuscire a concepire, facendo in modo che un artista già famoso in vita, anzi l'artista figurativo del 900 per eccellenza, accettasse di confessarsi davanti ad una cinepresa, di mettersi in gioco creando, concependo e mettendo a disposizione del pubblico, attraverso il suo regista confidente, la propria ispirazione creativa; aprendosi allo spettatore, mettendosi in gioco, crerando davanti alla macchina da presa come se si trattasse di un consueto momento privato di creatività vissuto tentando di dare forma a ciò che una mente straordinaria riesce ad ispirare nella sensazione di come cose, oggetti, persone, vengono percepite da una sensibilità fuori del comune.
E Pablo Picasso, uomo scaltro e non certo remissivo, carattere duro e stravagante, sempre eccentricamente smutandato e torso nudo come d'abitudine, non poteva sembrare un tipo avvezzo a lasciarsi convincere ad aprirsi così spudoratamente, quasi intimamente, docilmente, pazientemente.
Infatti l'artista, per far ciò, non sceglie proprio un regista qualunque, ma, e non è certo un caso, accetta di raccontarsi e di mostrarsi nell'atto di creare sotto lo sguardo maestro ed acuto di Henry-Georges Clouzot. Un cineasta unico, prezioso, capace più di ogni altro di cogliere l'attimo e trasferirlo per sempre su pellicola; un regista di polso e di trascinante personalità, che trasporta l'artista in un film confessione che non è un vero documentario, né tantomeno un film di finzione: piuttosto un esperimento prezioso unico che oggi ancora più di un tempo, ci appare prezioso, unico, fondamentale, quasi sacro per quello che ci riesce mostrare sulla nascita di una ispirazione, di una creazione artistica.
Sempre citando le parole introduttive dello stesso Cluzot, "per la prima volta questo dramma quotidiano e privato (ovvero lìatto del creare, del concepire) del genio cieco viene interpretato (grazie a questo film) in pubblico. Perché Pablo Picasso ha accettato di viverlo oggi, davanti a voi, insieme a voi.
In una stagione in cui gli omaggi ai pittori più grandi del nostro passato si consumano con film-evento spesso molto celebrati (a volte sin troppo come è accaduto al pluripremiato e candidato all'Oscar, ma spesso anche un pò tedioso "Loving Vincent), Il mistero Picasso si dimostra davvero l'opera più moderna ed innovativa che si possa ancora oggi tentare anche solo di pensare e concepire di costruire attorno ad un'artista: che sia vivente, famoso ed unico come successe a Picasso, non capiterà tanto spesso o facilmente ancora, come non capiterà nemmeno che l'eventuale artista che risponde nuovamente a queste caratteristiche, trovi un regista del calibro di Clouzot a cui affidarsi "ciecamente".... appunto.
"Voglio fare come fossi a casa mia. Non mi preoccupo del cinema né di altro. Provo con dei pezzi di carta.
Va male, Va molto male, va malissimo. Ti preoccupi vero? Sbagli a preoccuparti, perché può finire anche molto peggio.....
Non mi sono mai preoccupato del pubblico, e non inizierò certo a farlo ora. In fondo io volevo mostrare proprio questo, cioè la verità sorpresa nel profondo. Si sta facendo notte. Sempre più notte. La luna, Le stelle. Una stella cadente. E' bruttissimo. Ora strappo tutto.
Ora va già un pò meglio... mi pare. Ora che ho le idee un pò più chiare, prendo un'altra tela e inizio tutto da capo."
Parole e tentennamenti d'artista.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta