Regia di Henri-Georges Clouzot vedi scheda film
Non è solo un documentario; è un'avvincente successione di "storie", quelle di singoli disegni che Picasso crea per noi davanti alla macchina da presa, alcuni proprio in presa diretta, altri sempre più in forma accelerata: il regista filma l'opera a tratti, a blocchi di episodi successivi introdotti da Picasso. Uno invece è proprio cronometrato a sfida nel suo tempo reale (se non è anche questo un imbroglio… Ma non mi pare). Molto interessante e affascinante, anche per non addetti. E molto significativo dell'arte di Clouzot: procedendo nel tempo, approfondendo l'osservazione, cioè progredendo nella creazione artistica, le figure, i caratteri, lo stile, cambiano, a volte radicalmente e in modo del tutto insospettato: il "mistero" di Clouzot, degno concorrente di Hitchcock.
"Une grande oeuvre, tant par le génie du personnage, la beauté de la matière du film et l'ingéniosité du cinéaste mais deux réserves : la musique de G. Auric, vacarme populaire consternant de banalité tonitruante et la scène qui nous montre Clouzot surveillant Picasso pour lui faire battre un record "contre la montre" n'est pas du meilleur goût et sonne comme un numéro de cirque au milieu d'un concert." (F.Truffaut)
Avevo citato (nel precedente commento al film) una severa opinione di Truffaut, che a me piace molto come regista ma non sempre come critico: ho l’impressione, confermata ogni volta che rivedo il film, che ci sia in esso molto gioco (serissimo, come ogni vero gioco); in esso non stona affatto, assieme a tante altre trovatine, anche la gara con il tempo o la musica di Auric (in particolare quella che accompagna il disegno del toro che incorna il torero mi ricorda nettamente quella che accompagnava la lettura di Foà del Lamento per la morte di Ignazio, di Lorca; a distanza di decenni, mi pare proprio quella, ma non sono in grado di verificarlo; credo che la lettura sia uscita dopo il film…).
Il film presenta le opere nel suo farsi, quasi sempre senza la presenza del pittore, che si trova sul retro della tela; il trucco è rivelato nella prima opera creata, un pittore che dipinge una modella: il pittore appare mancino, perché visto sul retro della tela dipinta (come in una diapositiva montata alla rovescia). Non si tratta certamente di una distrazione (né Picasso né Clouzot avrebbero fatto simili distrazioni), ma di un modo per rivelare subito il gioco, che continua in altre forme… per esempio quando Picasso decide di annullare un lavoro che non gli piace, e noi ripercorriamo tutte le fasi precedenti del lavoro…
Si ha l’impressione di assistere a un geniale gioco fra due grandi che si integrano e si scambiano i ruoli, sembra che Picasso suggerisca la regia e Clouzot faccia proposte pittoriche. Ne esce un film straordinario che non è solo documentario su Picasso, e forse è anche documentario su Clouzot, ma soprattutto è una grande creazione artistica. Sarà anche perché invecchiando mi intenerisco di più, ma devo aggiungere la quinta stella al giudizio sul film.
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