Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
Per essere uno dei lavori di Bunuel in terra messicana, è senz'altro allegro, confortante, meno disperato e disperante del solito (Adolescenza torbida, I figli della violenza, oppure ancora il più recente Lui); l'azione si svolge per tre quarti su un tram ed i protagonisti sono appena una manciata, con il fulcro della narrazione incentrato sui due operai e la bella Lupa, sorella di uno dei due. Ciononostante la narrazione va spedita ed il film non risente affatto di questa povertà di mezzi, creando momenti suggestivi come la salita sul tram degli operai che hanno appena staccato dal macello comunale (e le teste di animali che dondolano durante il viaggio) e non risparmiando una frecciatina ironica al cattolicesimo con la scena, verso l'inizio, della rappresentazione buffonesca della cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso. Interpreti dignitosi, finale accomodante, sostanza non eccelsa (il talento visionario di Bunuel è capace di ben altro), ma perlomeno durata limitata ad un'ottantina di minuti. Tratto da un racconto di Mauricio De La Serna, che lo sceneggia insieme a De La Cabada-Alcorizas-Revueltas e che compare pure come produttore associato. 5,5/10.
Due operai dei trasporti pubblici di Città del Messico, una sera, dopo una sbronza decidono di prelevare un vecchio tram malandato per farsi una goliardica corsetta. Ma sul loro cammino incontreranno di tutto, da una miriade di passanti desiderosi di salire ad un ex-dipendente dei trasporti pubblici, ora in pensione, che capisce che il tram è rubato e vuole denunciare i due.
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