Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
Durante una cerimonia religiosa in una chiesa, un uomo ha il colpo di fulmine per una donna giovane e attraente, e l'intensità dei suoi sentimenti riesce a fargliela conquistare, strappandola a un precedente fidanzato. Ma, dopo il matrimonio, il suo comportamento si fa sempre più strano e la sua gelosia paranoica trasforma la relazione in un inferno.
Uno dei film più inquietanti di Bunuel, e uno dei migliori fra quelli girati in Messico: la patologia del personaggio è spinta all'estremo, ma la vicenda non ne risente in termini di credibilità, e c'è un tono grave e drammatico che contrasta con quello più scanzonato, anche se ugualmente intriso di pessimismo, dei suoi ultimi lavori francesi. Molto esplicito e crudo nella rappresentazione di un'ossessione maniacale che al cinema non era mai stata mostrata prima in questi termini, è ottimamente interpretato dal protagonista Arturo De Cordova, che riesce a caratterizzare in maniera accurata un personaggio difficile, sempre sull'orlo dell'eccesso. Anche qui ci sono le consuete frecciate dell'autore contro il sistema sociale, economico e religioso, ma inserite in maniera sottile, in modo da stabilire connessioni fra l'evidente squilibrio del protagonista e l'ordine sociale che in qualche modo lo ha determinato. Non mancano sequenze da antologia, come la Messa iniziale e la scena in cui Francisco vuole gettare la moglie dalla sommità di un campanile, che potrebbe aver ispirato Hitchcock.
voto 9/10
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