Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
Una geniale analisi su come può degenerare la concezione borghese del possesso in un ambito sociale che incoraggia il machismo sessuale come se fosse un privilegio. Perfettamente in equilibrio fra tragedia e commedia, evita giudizi moralistici e si concentra su quelle che possono essere le conseguenze di certi (dis)valori culturali e religiosi
Il dramma di una gelosia così ossessiva da far persino smarrire il contatto con la realtà. Una delle opere fondamentali del Buñuel messicano che, attraverso l’analisi della nevrosi del protagonista (un uomo così dissennato nel suo delirante percorso distruttivo, da rovinare non solo la sua vita, ma anche quella della moglie, che minaccia e opprime in ogni modo) disseziona spietatamente non una storia privata, ma le patologie di una intera classe sociale. Un geniale ritratto estremizzato di come può degenerare la concezione borghese del possesso in un ambito sociale e politico che incoraggia inesorabilmente il machismo sessuale come unica vera “risorsa” (o privilegio). Perfettamente in equilibrio fra tragedia e commedia , il film non pretende di esprimere giudizi moralistici: si limita a “rappresentare” quelle che possono essere le conseguenze dei comportamenti individuali di certi (dis)valori culturali e religiosi inopportunamente tramandati e propagandati come se davvero si trattasse del solo e unico “verbo” da riconoscere e rispettare.
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