Durante la cerimonia della lavanda dei piedi in occasione del giovedì santo, il 40enne Francisco Galvan de Montemayor, ricco latifondista e fervente devoto, viene colpito dalla visione dei piedi di una sconosciuta. Una volta rintracciata la giovane, di nome Gloria, scopre che è la fidanzata del suo amico Raoul. Oggetto di una corte appassionata, in breve tempo Gloria tronca la sua relazione con Raoul per sposare Francisco che, durante la prima notte di nozze, le confessa di essersi mantenuto casto fino a quel momento. Terminato l'idillio della luna di miele, l'uomo si dimostra fin da subito morbosamente geloso e paranoico nei confronti della moglie, tanto da spingere Gloria a confidarsi con Raoul, sperando di essere creduta.
Una geniale analisi su come può degenerare la concezione borghese del possesso in un ambito sociale che incoraggia il machismo
sessuale come se fosse un privilegio. Perfettamente in equilibrio fra tragedia e commedia, evita giudizi moralistici e si concentra su quelle che possono essere le conseguenze di certi (dis)valori culturali e religiosi
In questo film (1952) Buñuel disegna lo sfondo del Messico con un insolito approccio politico-antropologico, rappresentando i riti suggestivi delle tradizioni religiose, che la Chiesa, con la collaborazione attiva dei notabili locali, custodisce.
Bunuel nel migliore stato di forma. Racconta degli uomini, degli abissi interiori senza rinunciare a sbeffeggiare quelli esteriori, sociali. Nel suo stile inconfondibile, pungente, grottesco ed eccessivo.
Si sta svolgendo – è il giovedì santo – il lavacro dei piedi dei bambini: i dignitari laici, fasciati delle insegne dell’Ordine del Santo Sacramento, aiutano l’officiante durante la cerimonia, versando l’acqua per risciacquare i piedini che, accuratamente asciugati, egli avrebbe accarezzato e baciato.
La macchina da presa del regista,… leggi tutto
Noir messicano in odor di mezcal che ci ripropone qui il torbido geniaccio di Buñuel che oltre ad esser a mio avviso intimamente fascista dentro e non a sua insaputa, tutte le sue rotelle di certo non le aveva, a partir dai morbosi raptus sessuali che, feticismo dei piedi in primis, un po' posson anche disturbare ma che gli si perdonano in virtù appunto del suo conclamato genio; in…
Quella che incomincia oggi è una settimana ricca di novità interessanti e di film che possono cambiare le carte in tavola del Box Office, a partire dal ritorno su grande schermo di Super Mario a…
Si sta svolgendo – è il giovedì santo – il lavacro dei piedi dei bambini: i dignitari laici, fasciati delle insegne dell’Ordine del Santo Sacramento, aiutano l’officiante durante la cerimonia, versando l’acqua per risciacquare i piedini che, accuratamente asciugati, egli avrebbe accarezzato e baciato.
La macchina da presa del regista,…
Il cinema secondo Bunuel. Quando parliamo di cinema surrealista o grottesco, per capire bene di cosa stiamo parlando dobbiamo aver visto i capolavori del più grande regista spagnolo. Questo, uno dei suoi preferiti pare, ne esemplifica bene tutto il potenziale, mantenendosi ancora in equilibrio tra intrattenimento (geniale comunque) e istanze di satira sociale, il cui bersaglio prediletto…
Non è una classifica di merito. Non credo alle classifiche nel mondo dell'arte. Ritengo, tuttavia, che possano essere un buon pretesto per parlare di cinema. Tutti i film sotto elencati hanno, ai miei occhi, il…
VOTO: 8,25 su 10
Durante un rito di lavanda dei piedi del giovedì santo, il ricco e devoto possidente di Città del Messico Francisco Galván de Montemayor (Arturo de Córdova) viene catturato dal fascino di una ragazza presente in chiesa: è Gloria (Delia Garcés), già fidanzata con un suo amico, l'ingegnere Raúl (Luis…
IMPULSI BUNUELIANI
Brama di possessione, gelosia morbosa, desideri feticistici, impeto sessuale incontenibile che si scontra con i dettami caustici ed inflessibili di una chiesa intollerante, rigida come una barra di cristallo, e che non giustifica né assolve slanci passionali di alcuna natura.
Francisco Galvan de Montemayor è un ricco possidente ed ereditiere che gestisce con…
Quando si parla di cinema dal punto di vista commerciale, noto che qui in Italia si tende sempre a fare discorsi del tipo: "Com'è andata quest'anno la competizione fra i film USA ed i film italiani? Hanno…
Con riferimento alla playlist pubblicata da harendt, io trovo che fra i titoli che meriterebbero maggiore visibilità ce ne sono tanti che magari non hanno moltissimi voti ma che -proprio per questo-…
La realtà è normale, la realtà è follia, la realtà è deformante. Si esprime attraverso vorticose volute architettoniche che sprigionano con la pura forza dell'emozione e dell'emotività frammenti di senno sparuti e confusi. Per rintronare e ripercuotersi come un'eco nelle pareti tondeggianti di una mente insana. El è uno dei vertici del cinema di Bunuel perché straordinariamente…
Durante una cerimonia religiosa in una chiesa, un uomo ha il colpo di fulmine per una donna giovane e attraente, e l'intensità dei suoi sentimenti riesce a fargliela conquistare, strappandola a un precedente fidanzato. Ma, dopo il matrimonio, il suo comportamento si fa sempre più strano e la sua gelosia paranoica trasforma la relazione in un inferno. Uno dei film più inquietanti di Bunuel, e…
Il demone buñueliano è il pungolo dell’eccesso, che può colpire i costumi, la morale oppure, come in questa storia, l’operato della ragione. La pazzia di don Francisco, infatti, altro non è che una forma esasperata di sensibilità, che trasforma le paure in effettive percezioni. La sua mania di possesso è una reazione al terrore della perdita,…
Grande film del regista di Calanda, uno di quelli che si rivede volentieri ogni tanto. Gli elementi al centro dell'opera mi sembrano la figura della donna buona e innocente che cede al fascino ambiguo e irresistibile di un uomo con molti lati oscuri, la cui figura offrirebbe più di qualche campanello d'allarme. Poi c'è il personaggio appunto di Francisco, uomo dalla pazzia latente,…
Wow. Quello che dice Bunuel in questo film è sensazionale: ma ciò che non dice è almeno il doppio più profondo e significativo. Perchè la lettura di superficie (il maschio succube di gelosia e fobie sessuali derivanti dalla religione) può rivelare particolari forti ed argomenti non facili, ma andando più a fondo in questo lavoro si scopre un…
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Commenti (7) vedi tutti
Una geniale analisi su come può degenerare la concezione borghese del possesso in un ambito sociale che incoraggia il machismo sessuale come se fosse un privilegio. Perfettamente in equilibrio fra tragedia e commedia, evita giudizi moralistici e si concentra su quelle che possono essere le conseguenze di certi (dis)valori culturali e religiosi
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792Un film su una persona completamente instabile e una situazione femminile drammatica in tutti i sensi. Solo il finale mi ha lasciato perplesso...
commento di ezioIn questo film (1952) Buñuel disegna lo sfondo del Messico con un insolito approccio politico-antropologico, rappresentando i riti suggestivi delle tradizioni religiose, che la Chiesa, con la collaborazione attiva dei notabili locali, custodisce.
leggi la recensione completa di laulillaMolto Hitchcock-iano. Discreto. 6.5
commento di BradyBunuel nel migliore stato di forma. Racconta degli uomini, degli abissi interiori senza rinunciare a sbeffeggiare quelli esteriori, sociali. Nel suo stile inconfondibile, pungente, grottesco ed eccessivo.
commento di robynestaVoto 8 Incisivo
commento di luca826Il più tragico e meno interessante film di Bunuel; nel senso che non trovo una grande messaggio dietro questa esagerata storia di gelosia e di follia.
commento di Carrels