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Il diario di una cameriera

Regia di Luis Buñuel vedi scheda film

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La recensione su Il diario di una cameriera

di kikisan
8 stelle

"Un domestico non è un essere normale. Non è neppure un essere sociale... È un miscuglio, un'accozzaglia di lembi e frammenti che non legano tra loro, che non si adattano l'uno all'altro... Peggio: è un mostruoso ibrido umano... Non è più del popolo, da cui esce; non è ancora della borghesia, in cui vive e a cui tende... Del popolo che ha rinnegato, ha perduto il sangue generoso e l'ingenua forza... Della borghesia ha assunto i vizi vergognosi, senz'avere acquistato i mezzi per soddisfarli".
Questa frase è tratta dal romanzo Le Journal d'une femme de chambre (Il diario di una cameriera)di Octave Mirbeau pubblicato a Parigi proprio nell'anno 1900.
Da questo romanzo Bunuel assieme allo sceneggiatore Jean-Claude Carriere(alla loro prima collaborazione),prendono spunto per trasferire le vicende narrate,nella Francia degli anni 30.
Celestina(Jeanne Moreau), una cameriera in servizio a Parigi, lascia la città per trasferirsi in provincia al servizio di una famiglia alto borghese. I padroni da servire sono tre: il vecchio Rabour(Jean Ozenne),il genero di lui Monteil(Michel Piccoli),la signora Monteil(Françoise Lugagne).Nella casa c'è pure Giuseppe il giardiniere(Georges Géret),maniaco sessuale e fascista fervente. Dopo la morte del Sig. Rabour, Celestina decide di lasciare il servizio. Ma l'omicidio di una bambina trovata nel bosco, la convince a restare per scoprire l'assassino...
Celestina è già scafata,non si fa certo turbare,ha già servito nelle dimore padronali della grande città,per lei i vizietti"campagnoli"sono bambinate,di certo non ha problemi a fronteggiare e a padroneggiare le bizzare e morbose situazioni in cui si viene a trovare.
Celestina è chiamata a dover compiacere l'anziano Rabour(feticista impenitente),facendosi toccare le gambe,oppure indossando per lui stivaletti di pelle(vera e propria ossessione).Quest'ultimo verrà ritrovato morto-probabilmente di infarto-nel suo letto,nudo,mentre sta abbracciando proprio gli stivaletti appena indossati da Celestina.
La cameriera deve anche sopportare le richieste pignole di madame Monteil;questa è una donna frigida,maniaca dell'ordine e dell'igiene,avara,che non sopporta di fare sesso col di lei marito(un irresistibile Michel Piccoli)che a sua volta è un mandrillone assetato di sesso.In riferimento alla suddetta coppia di padroni,da segnalare il dialogo da antologia tra madame Monteil ed un prete(interpretato da Jean-Claude Carriere)a proposito del dovere coniugale;monsieur Monteil,dal canto suo,vistosi rifiutato da Celestina,si "consola"adescando e stuprando una vecchia domestica. 
C'è anche un vicino di casa,ex militare,un po'rimbambito,che alla fine sarà quello che riuscirà a sposare Celestina,permettendogli così di fare l'agognato passo avanti nello status sociale e renderla definitivamente"padrona"e non più serva.
Ma adesso veniamo al nocciolo del film,l'imperscrutabilità di Celestina(amplificata dal viso particolare di Jeanne Moreau)e il rapporto ambiguo che ella ha con l'altro servo:Giuseppe.
Giuseppe è un lurido pedofilo assassino,non esita a violare e a straziare il corpo di una bambina,eppure sopra il suo letto campeggiano immagini di santi e generali.E'sempre lui a fomentare in maniera esasperata,insieme al sacrestano del paese,il patriottismo,il nazionalismo,il cattolicesimo,l'antiebraismo,ovvero, riassunto in un'unica parola:il fascismo.Notevole la scena del cinghiale che insegue un coniglio,montata parallelamente al momento in cui Giuseppe si accinge a ghermire la povera bambina.  
Celestina capisce subito che Giuseppe è il responsabile dell'omicidio della piccola innocente,si concede a lui(anche carnalmente),gli promette di sposarlo,gli assicura che il futuro lo passeranno insieme,ma nel frattempo provvede a fabbricare le prove che porteranno all'arresto del servo da parte della sonnacchiosa polizia del paese.Nello svolgimento di queste vicende vediamo una Celestina con due volti;uno disgustato e fermamente convinto del fare giustizia,l'altro irresistibilmente attratto dalla figura di Giuseppe,in quanto sono ambedue dei servi ed in fondo,sono la medesima faccia della stessa medaglia.
Comunque nonostante i suoi sforzi,alla fine del film vediamo Celestina appagata per il conseguimento dello scopo di migliorare il proprio ceto,ma la vediamo anche amareggiata,in quanto Giuseppe viene scagionato dalle accuse di omicidio(grazie alla polizia complice e amica) e lo ritroviamo libero,titolare di un bar,che inneggia ad una manifestazione fascista. 

Certo è che Luis Bunuel aveva una memoria di ferro e sapeva legarsi al dito i torti subiti,perchè a distanza di trent'anni,ha trovato il modo di vendicarsi del prefetto francese Chiappe.Quest'ultimo era il prefetto fascista che nel 1930 vietò la proiezione de"L'âge d'or"allo studio 28 di Parigi;il maestro spagnolo nell'ultima sequenza di"Il diario di una cameriera"fa gridare a Giuseppe"VIVA CHIAPPE,VIVA CHIAPPE",seguito dall'inquadratura di un cielo cupo e minaccioso di temporale.

Quindi la storia dei due servi Celestina e Giuseppe è parallela a quel servilismo storico che fa in modo che tutto si accetti in nome di quell'ordine,di quelle regole del gioco,dettate dal potere e che Bunuel ha sempre cercato di avversare in ogni suo film.

Il diario di una cameriera era già stato portato sul grande schermo nel 1946 da Jean Renoir;non ho visto quest'opera,ma leggendo diverse fonti critiche,mi pare che le preferenze vadano per la versione di Bunuel.

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