Prima metà degli anni '20. La parigina Célestine trova lavoro come cameriera presso una ricca famiglia di provincia. È costretta a fronteggiare le avances del fetiscista padrone di casa, tra l'altro scopre che il giardiniere Monteil è un maniaco che uccide bambine. L'ascesa sociale della donna si compie quando riesce a sposare un ufficiale rimbambito.
Note
Luis Buñuel, complice il romanzo di Octave Mirbeau (nel 1946 Renoir aveva tratto anche lui un film), ci offre un caustico ritratto della provincia francese che, dietro una parvenza di rispettabilità, nasconde torbide ossessioni. Sceneggiatura di Jean-Claude Carrière.
Le Journal d’une femme de chambre è un romanzo pubblicato nel 1900 dallo scrittore francese Octave Mirbeau, che attraverso le memorie di Célestine descrive la corruzione e i misfatti della borghesia parigina alla fine dell’ 800. Jean Renoir nel 1946 lo adattò liberamente per il cinema, girando un film prodotto a Hollywood.
È, invece, del 1964 il film di Luis Buñuel, che introdusse molte variazioni allo scritto di Mirbeau e al film di Renoir, facendone opera del tutto originale e completamente sua.
Allo sfondo parigino egli sostituì la campagna francese, dove appunto si trasferisce Célestine (meravigliosa Jeanne Moreau), graziosa giovane dai modi educati assunta come… leggi tutto
Si vede chiaramente la mano del regista, sia nel modo di girare che in molti elementi ricorrenti, ma secondo me questo si può annoverare tra i Bunuel minori. Ho avuto infatti l'impressione di una certa fiacchezza, o leggera piattezza. Il film cioè non mi sembra così vitale e geniale come molti altri del regista. La protagonista (un'impassibile Jeanne Moreau) è una donna piuttosto antipatica,… leggi tutto
Romanzetto dallo scarso valore critico, nonostante i probabili intenti. Particolarmente fuori luogo la figura di Piccoli, elemento spiccatamente comico all'interno di un dramma a tratti angosciante. Il finale non insegna nulla, il presunto colpevole non è (momentaneamente?) punito e la protagonista si ritrova insensatamente sposata ad un personaggio marginale del racconto. Bunuel ha avuto… leggi tutto
Ovvero dell'amicizia e della collaborazione fra un grande regista e Jean-Claude Carrière, lo sceneggiatore, che Louis Buñuel mai sostituì dopo il definitivo ritorno a Parigi. Era stato il…
È, invece, del 1964 il film di Luis Buñuel, che introdusse molte variazioni allo scritto di Mirbeau e al film di Renoir, facendone opera del tutto originale e completamente sua.
Allo sfondo parigino egli sostituì la campagna francese, dove appunto si trasferisce Célestine (meravigliosa Jeanne Moreau), graziosa giovane dai modi educati assunta come…
Una giovane (Jeanne Moreau) lascia Parigi e si trasferisce nella provincia francese degli anni '30 per entrare a servizio come cameriera di una disfunzionale famiglia alto borghese composta da strani individui... Film appassionante, commedia-nera dallo spiazzante finale che vede interrotto il diario del titolo: nubi minacciose presagiscono lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, che avrebbe…
Monsieur Cinéma. Così, da una ventina d’anni, la critica francese aveva cominciato a chiamare Michel Piccoli. Signor Cinema, certo, ma mi prendo la libertà di completare l’appellativo…
Si vede chiaramente la mano del regista, sia nel modo di girare che in molti elementi ricorrenti, ma secondo me questo si può annoverare tra i Bunuel minori. Ho avuto infatti l'impressione di una certa fiacchezza, o leggera piattezza. Il film cioè non mi sembra così vitale e geniale come molti altri del regista. La protagonista (un'impassibile Jeanne Moreau) è una donna piuttosto antipatica,…
Da tempo volevo dedicare una play a questa grande attrice... oggi finalmente ho avuto l'ispirazione giusta! Jeanne Moreau nasce nel 1928 a Parigi, figlia di un ristoratore, proprietario della brasseria "La Cloche…
"Un domestico non è un essere normale. Non è neppure un essere sociale... È un miscuglio, un'accozzaglia di lembi e frammenti che non legano tra loro, che non si adattano l'uno all'altro... Peggio: è un mostruoso ibrido umano... Non è più del popolo, da cui esce; non è ancora della borghesia, in cui vive e a cui tende... Del popolo che ha…
Romanzetto dallo scarso valore critico, nonostante i probabili intenti. Particolarmente fuori luogo la figura di Piccoli, elemento spiccatamente comico all'interno di un dramma a tratti angosciante. Il finale non insegna nulla, il presunto colpevole non è (momentaneamente?) punito e la protagonista si ritrova insensatamente sposata ad un personaggio marginale del racconto. Bunuel ha avuto…
Primo film sotto l'ala protettrice del buon Silberman che fece di tutto pur di avere Bunuel come regista di uno dei suoi film, è anche il primo film in cui collabora con Carriere, suo fidato sceneggiatore. Ecco, qui nasce un trio fondamentale: Bunuel-Silberman-Carriere nonchè la prima apparizione della cara Muni e del grande Piccoli. Questo, quindi, è il punto di partenza di una nuova…
II –GLI SPLENDORI DI UN DECENNIO DINDIMENTICABILE (1953/1963). Inevitabile, parlando di questo periodo, ripartire proprio, intersecandosi in qualche maniera nel “passato” già analizzato nella precedente play,…
Biopsia di una borghesia in nero. Incisione a freddo della carne morta di una obsoleta e sterile borghesia classista e viziosa dove nessuno si salva. Sotto l’aura di benestante perbenismo le malattie vere o presunte, vizi palesati o nascosti, desideri soffocati frantumano gli animi umani, ne tritano il già affettato linguaggio sempre ostile e minaccioso. Oggetti di un valore relativo…
Un film bello, lucido, che senza mezzi tremini denuncia la società borghese e fascista. Un film sulla perversione della mente umana.
Interessante anche la concezione della donna secondo Bunuel. Si possono delineare 4 tipi di donna in questo film: - La donna borghese: attenta ad ogni particolare della casa, alla religione e ad un rapporto sessuale che deve solo far piacere al marito, ma che non…
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Commenti (4) vedi tutti
Le Journal d’une femme de chambre è un romanzo pubblicato nel 1900 dallo scrittore francese Octave Mirbeau, che attraverso le memorie di Célestine descrive la corruzione e i misfatti della borghesia parigina alla fine dell’ 800. Jean Renoir nel 1946 lo adattò liberamente per il cinema, girando un film prodotto a Hollywood.
leggi la recensione completa di laulillaLotte di classe, feticismi e drammi in un grande film di Luis Buñuel.
leggi la recensione completa di Roberto T.anni '20: arrivano i mostri
commento di red graveVoto 8 Impassibile
commento di luca826