Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
Un breve documentario di Luis Bunuel che conclude la cosiddetta "Trilogia surrealista" dei suoi esordi: si tratta di un reportage sulle difficili condizioni di vita nella regione delle Hurdes, nei pressi dell'Estremadura, con abitanti che devono sopravvivere in mezzo a malaria, terreni aridi e rituali ancestrali piuttosto cruenti. Si tratta di uno sguardo lucido, privo di compiacimento anche quando ci mostra persone afflitte da vari handicap, un film di lotta sociale, come fu definito anni dopo "Los olvidados", girato con una sensibilità anarchica e un'adesione sincera alle miserie degli Hurdanos. Bunuel non eccede in crudezza ma alcune immagini per un film degli anni Trenta sono abbastanza forti, soprattutto quelle in cui bisogna staccare la testa del gallo per un gruppo di giovani appena sposati. Dal punto di vista della tecnica cinematografica è girato con buona competenza, con alcuni pregevoli movimenti di macchina, ma il commento in voce off a tratti risulta un po' saccente e superfluo. La copia che ho visionato, in lingua francese, dura 28 minuti e si conclude con delle didascalie che invitano alla militanza attiva contro le dittature dell'epoca come quella di Franco. È un film ancora interessante e sorprendente per la commistione di documento ed elementi di chiara derivazione surrealista, ma non può essere considerato uno dei capolavori di Bunuel.
Voto 8/10
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