Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
Terzo film di Buñuel, bandito dalla censura spagnola fino al 1937 (quando uscì finalmente in Francia) ed ultimo suo lavoro per quasi una quindicina d'anni, uno splendido semi-documentario sulle miserabili condizioni di vita della comunità primitiva delle Hurdes, impervia regione della Spagna ai confini con il Portogallo, una popolazione ignara addirittura dell'esistenza del pane, abbandonata a se stessa dalle istituzioni, tra denutrizione, infezioni e terrificanti disfunzioni genetiche. Buñuel, traendo spunto da "Las Jurdes: A Study of Human Geography", illuminante saggio antropologico scritto da Maurice Legendre nel 1927, plasma la materia a disposizione già nel taglio delle inquadrature, manipolandola fino ad un iperrealismo sfrenato (l'asino cosparso di miele per poterlo riprendere mentre viene assalito dalle api, la celebre sequenza della caduta della capra dalla montagna, tutt'altro che un incidente, anche se poi la troupe provvederà a salvarla), ammantando la narrazione con i magnifici chiaroscuri della fotografia di Eli Lotar (che non a caso collaborerà con Joris Ivens nel 1934 per Nuove terre) e contrappuntandola con il commento straniante della voce fuori campo alternato alla Quarta Sinfonia di Brahms. L'estetica surrealista e le ossessioni che governavano i suoi primi due capolavori restano comunque sempre dietro l'angolo, spietate e furenti nei confronti dell'indifferenza di una realtà devastante e famelica, capace di ridurre alla miseria e alla disperazione più sconcertanti un'umanità già tristemente emarginata. Vibrante, crudele, a tratti profondamente disturbante, un doloroso capolavoro di potente suggestione espressiva.
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