Regia di Robert Altman vedi scheda film
Un uomo arriva in un motel sperduto nelle campagne americane, di sera, da solo: è tornato dalla sua ex ragazza, che lavora lì. Lei lo manda via con sdegno, ma non vuole neppure lasciarlo andare; sa che ha un’altra donna e d’altronde anche lei ha un nuovo uomo – ma le sorprese non sono ancora finite.
La follia, più che d’amore, è tutta artistica: ambientare in uno spazio abbastanza angusto – un motel di un paesino sperduto americano – un film di quasi due ore di durata con appena quattro protagonisti, dei quali un paio hanno pochissime battute e altrettanto spazio sulla scena. In pratica questa pellicola si regge quasi interamente sulle spalle di Kim Basinger e Sam Shepard, che ne è pure lo sceneggiatore; a essere onesti, comunque, i due interpreti e una spalla eccezionale come Harry Dean Stanton (oltre a Randy Quaid, che entra però in scena solo nel finale) se la cavano benissimo e, soprattutto nella seconda metà, il lavoro gode di una tensione montante e di un buon ritmo. Se la prima parte serve come introduzione, per gettare insomma le basi della trama, e sembra riportarci a uno scenario classico, alla solita love story tira-e-molla fra due caratteri decisi e vulcanici, allo scattare della rivelazione fondamentale il film cambia in maniera anche piuttosto netta, assumendo le sembianze di un noir raccontato per feedback e dal finale incandescente (in ogni senso). Robert Altman veniva da una delusione come quella di Popeye (1980) e quindi da tre lavori a basso budget e di chiara marca teatrale (Jimmy Dean Jimmy Dean, Streamers e Secret honor, fra il 1982 e il 1984); con questa ‘follia’ senza dubbio riuscita, pur senza distaccarsi troppo dalle ultime pellicole girate, si rimette in carreggiata per tornare a pieni diritti nel circuito del grande cinema. 6,5/10.
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