Regia di Robert Altman vedi scheda film
Si potrebbe definire “Camerata con vista”, nel senso che in questo film non ci si muove dall’interno di una camerata di una caserma, dal cui interno si vedono fuori gli spazi angusti di uno squallido mondo esterno. Oppure si potrebbe parlare di una versione da camera – o meglio: da camerata – di “Full Metal Jacket” (che però è successivo). «Non qui! Questa è casa mia!» urla Billy, il bravo ragazzo, bianco e “normale” del gruppo. La camerata è l’unico spazio possibile per questi ragazzi, destinati al macello vietnamita ed allegoria di un’America malata, in cui ogni minoranza, ogni diversità è in guerra con tutte le altre. Nonostante queste premesse di una sentita critica sociale, tuttavia, Altman non riesce a rimediare all’insostenibile pesantezza del testo originale di Rabe. Troppo scopertamente e verbosamente teatrale, per farne un credibile prodotto cinematografico.
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