Regia di Robert Altman vedi scheda film
“È così difficile spiegare il sentimento che provo dentro di me per James Dean, che non riesco a trovare le parole per esprimerlo più compiutamente.” - "E' l’amore.” - “No, è qualcosa di più grande dell’amore." - “Non c’è niente di più grande dell’amore, dopo l’amore è la fine.” - “No, oltre la fine ci deve essere qualcosa”.
Texas, settembre 1975. In un vecchio emporio si organizzano i preparativi per celebrare la riunione di un gruppo di donne che avevano costituito venti anni prima un “James Dean Fan Club”. C’è la vecchia Juanita (Sudie Blond), proprietaria del locale; c’è la barista Sissy (Cher), da sempre sessualmente disinibita; e c’è Mona (Sandy Dennis), psichicamente fragile e con un giovane figlio a carico (il Jimmy Dean del titolo, che non viene mai inquadrato), che lei afferma essere il figlio di una notte d’amore tra lei e addirittura lo stesso James Dean. Arrivano anche altre due amiche ed ex componenti del gruppo, ma all’appello manca l’ex garzone Joe. I ricordi vanno avanti e indietro nel tempo, quando nello stesso mese del 1955 si girava nelle vicinanze il film Il Gigante, ed il giovane Joe fu selvaggiamente picchiato perché omosessuale. Poi, all’improvviso, l’evento scatenante: nell’emporio si presenta una donna misteriosa (Karen Black), che si fa chiamare Joanna e sostiene di essere proprio Joe, operatosi e diventato finalmente la donna che avrebbe sempre voluto essere.
All’inizio degli anni Ottanta, dopo alcuni clamorosi insuccessi commerciali, Robert Altman rifuggiva le grandi produzioni cinematografiche preferendo concentrarsi sul teatro. Nel 1981 aveva diretto l’adattamento teatrale di Come Back to the Five and Dime, Jimmy Dean, Jimmy Dean, commedia nostalgica e malinconica di Ed Graczyk. "Bisognava farne un film” affermerà in seguito, “soprattutto per fissare la bravura delle attrici, che avevano trascinato questa storia di ricordi, di solitudine, di infelicità femminile, dall'ironico alla tragedia: è una soap opera di oggi, l'unico modo possibile per raccontare una tragedia greca in questi anni". Così Altman affitta uno studio di New York per 800.000 dollari, vi si chiude dentro con l’intero cast (lo stesso che l’aveva già interpretata a teatro) per 19 giorni e realizza questo piccolo film in Super 16, per poi trasferirlo in 35 mm.
Jimmy Dean, Jimmy Dean è un dramma da camera ambientato esclusivamente nel locale dove si svolge la riunione. Nonostante l’ambientazione claustrofobica, attraverso le mura dell’emporio Altman riesce a farci immaginare quello che succede fuori, a parlare della vita di provincia americana, del rimpianto, dei rancori, della necessità di amare. Se l’unità di luogo è rispettata ferreamente, quella di tempo subisce un continuo rimbalzo tra gli eventi del 1955 e quelli del 1975, mettendo in luce tutti i segreti nascosti nella vita di queste donne. Altman, geniale “radiografo” della società americana, conferma la sua attitudine nel descrivere l’universo femminile, le sue ambiguità e le sue paure. L’evento scatenante, come detto, è l’arrivo di Joanna, intenzionata a mettersi a nudo ma soprattutto a smascherare tutte le ipocrisie delle sue ex amiche: è grazie a lei che vengono fuori gli altarini e vengono allo scoperto verità dolorose e rimorsi che fanno male. Tutte le interpreti sono strepitose, soprattutto il terzetto principale composto da Sandy Dennis, Cher e Karen Black. Altman, in quello che probabilmente è il suo miglior film degli anni Ottanta (decennio per lui non felice), continua a parlarci dell’America, concentrandosi stavolta su una “working class” di provincia contraddistinta anch’essa dalle sue meschinità, ma quantomeno sognante e desiderosa di una vita diversa da quella che ha vissuto. Bellissimo e ingiustamente sottovalutato.
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