Regia di Abdellatif Kechiche vedi scheda film
Sembra la versione incruenta di L’odio: banlieues multietniche (ma in prevalenza arabe: i ragazzi hanno nomi come Rashid e Fatih, si augurano “inshallah” e giurano con naturalezza sul Corano della Mecca), brutalità della polizia, parolacce usate come segni di punteggiatura nei dialoghi, macchina da presa incollata alle facce. La prof. illustra efficacemente il determinismo sociale di Marivaux nel Gioco dell’amore e del caso: i ricchi sono attratti dai ricchi, i poveri dai poveri, nonostante il filtro dei vari travestimenti. Qualcosa di simile accade nel film: l’aspirante bulletto, che conosce la ragazzina da una vita e che se la trova davanti agli occhi ogni giorno a scuola, si innamora perdutamente di lei solo quando la vede in costume settecentesco (come se gli si aprissero le porte di un altro mondo). I personaggi hanno una sorta di stravolta innocenza che ce li rende simpatici.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta