Regia di Mark Rydell vedi scheda film
Una comunità contadina viene duramente colpita da una serie di alluvioni e deve anche fronteggiare le mire di un capitalista, che vorrebbe costruire una diga e allagare la vallata. Sommesso melodramma rurale ambientato in epoca reaganiana ma raccontato nello spirito del New Deal, fra Capra e il Ford di Furore. Lunga parentesi urbana in un impianto siderurgico che sembra un girone infernale, dove i campagnoli sono stati costretti a cercare un lavoro spinti dal bisogno: vengono inconsapevolmente usati come crumiri, si trovano coinvolti in una guerra fra poveri, ma alla fine tutti si riconoscono vittime degli stessi meccanismi di sfruttamento. Sottotrama sentimentale, con il capitalista innamorato senza speranza della moglie del leader degli agricoltori: alla lunga riuscirà a realizzare i suoi progetti speculativi (“Prima o poi ci sarà troppa pioggia, o troppa siccità, o troppo raccolto. Io posso aspettare”), ma sa di essere condannato all’infelicità. Una volta tanto persino Mel Gibson risulta quasi simpatico. [PS Dopo 10 in amore, è la seconda volta in pochi giorni che vedo un film trasmesso da La7 nel primo pomeriggio e tagliato di scene che ricordo benissimo di aver visto in precedenti passaggi televisivi: so di non poter cambiare nulla, ma almeno voglio denunciare un malcostume inaccettabile]
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