Regia di Stefano Rulli vedi scheda film
Uno sguardo che scardina. un dolore soffocato dall’amore. Una dolcezza che ti rimette al mondo. Le emozioni non hanno voce in questo straordinario Silenzio particolare, ma urlano con gli occhi di Matteo e con la scandalosa tenerezza di Stefano Rulli e Clara Sereni, i suoi generosissimi, pudichi genitori. Uno sceneggiatore che il destino ha voluto intimo con i misteri della follia, prima in campo artistico e poi - come fosse costretto in un’ineluttabile coerenza - nell’ambito familiare. Una moglie, una mamma, una militante politica e soprattutto una scrittrice, Clara Sereni, che da lontano ama come solo una madre attaccata al suo cucciolo. E un ragazzo, che oggi ha quasi 25 anni, avvolto in un male oscuro, che gli ottenebra i pensieri o almeno ciò che ai “normali” paiono i pensieri. Perché questo diario solare che come un paradosso esorcistico affonda le sue radici nella sofferenza, probabilmente vuole scoprire proprio questo: come vedono, davvero, gli occhi di Matteo? Cosa arriva, davvero, nei meandri del suo cervello? E se fosse lui a guardarci torvo come noi guardiamo le diversità? Il cinema, o ciò che ci ostiniamo a chiamare cinema, è ancora capace di regalarci splendide utopie. Con una quasi invisibile telecamerina digitale, usata a luci naturali e guidata dal bravissimo operatore Ugo Adilardi, Rulli tenta con commovente pazienza di camminare su quella frattura che Dio o il destino vollero interporre tra il mondo e Matteo. Scavando buche negli animi di chi osserva, attonito, quanto si potrebbe ridistribuire la bellezza, se solo si volesse. E della meravigliosa compagnia della Città del Sole, luogo ideale e concreto, di strabordante spiritualità laica che scalda davvero i cuori e rilancia davvero le speranze. Matteo, Stefano, Clara, Ugo e i ragazzi e gli uomini e le donne che la abitano non si vergognano, mai, dei loro sentimenti. È questa la grande lezione di Un silenzio particolare, l’unico film che quest’anno non bisogna perdere, per nessuna ragione al mondo. Una lezione etica anche sui linguaggi comunicazionali, che trae dalla sua essenzialità il meglio della meglio gioventù di un altro mondo possibile. Che è lì, in quella potentissima immagine finale, dove Rulli e Sereni ascoltano la natura, le montagne, il cielo, il vento. È lì, bisogna solo avere il coraggio di tendere una mano, di prendere e di accogliere, di imparare da tutti e da ciascuno, e anche di fare un passo indietro, per ringraziare.
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