Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film
Godard è tanto colto, Godard deve mostrarcelo, farci sapere che lui sa. Bè, se è questo il criterio di base per valutare l'importanza di un lavoro cinematografico, allora Woody Allen, che saccheggia senza sosta dai classici russi e francesi, dalla filosofia antica e moderna, dalla psicanalisi, dalla pittura e dalla letteratura contemporanea (tralasciando l'intera storia del cinema, per brevità), dovrebbe avere vinto almeno una quarantina di Oscar nella sua carriera ed avere sbancato qualsiasi box office. La differenza sostanziale che intercorre fra il colto Godard e Woody è che il primo è un professore spocchioso che fa lezione con un soliloquio a tono sostenuto, il secondo l'amico che ti racconta che ha letto un libro e, wow, lo ha lasciato entusiasta. Risultato: dopo un film del primo si prova una repulsione a pelle per Sartre, Hegel o Mao (per citare tre dei nomi più frequentemente citati in questo La cinese), mentre dopo un film del secondo si prova una sana ed istintiva curiosità nella scoperta di un Cechov o di un Freud. Sarà eccessivo, sicuramente è provocatorio, ma questo pensiero non mi pare poi così campato in aria: la visione della Cinese causa i soliti problemi al pubblico di Godard, ovvero mal di testa da frammentazione del testo (addirittura battute pronunciate parola per parola da soggetti diversi), involuzione delle scene e del montaggio (mentre due parlano, bom! Compare un'altra scena a random, completamente nonsense, due secondi e si torna all'immagine di prima: ma non è il Flying circus, se c'è una comicità è assolutamente involontaria) e verbosità dei dialoghi (anche questo film è un trattatello filosofico-politico-sociale declamato da una serie di attori, a nome del solo Godard). Non si può non apprezzare la volontà di sperimentare ed andare oltre regole e limiti, ma se, dopo il regista francese, nessun altro si è più azzardato ad andare con tanta incosciente decisione in questa sconnessa direzione, un motivo sicuramente c'è. 4/10.
Un gruppetto di ragazzi, universitari francesi, organizza riunioni e dibattiti per discutere ed organizzare la rivoluzione progressista proletaria. Come primo passo scelgono di assassinare un ministro russo in visita in Francia.
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