Regia di Sergio Martino vedi scheda film
Sergio Martino, avendo a disposizione il fratello Luciano in veste di produttore, non si è mai fatto più di tanti scrupoli nella scelta dei soggetti da dirigere: è passato senza colpo ferire dal thriller alla commedia erotica, transitando per il poliziottesco e anche il mondo-quasi-cannibal di questo Il fiume del grande caimano. C'è da dire che il regista non ha mai del tutto sfigurato, nel senso che un minimo di credibilità l'ha sempre mantenuto in ogni genere sperimentato, ma nemmeno ha consegnato alcuna perla in una carriera completamente all'insegna dell'intrattenimento, delle poche idee e dei mezzi modesti. Qui l'attrazione principale è composta dal trio di protagonisti: Barbara Bach (di lì a poco moglie di Ringo Starr), Claudio Cassinelli e Mel Ferrer; la sceneggiatura è un parto a più mani: quelle di Ernesto Gastaldi, Cesare Frugoni, Maria Chianetta, Luigi Montefiori (meglio noto con lo pseudonimo di George Eastman) e del regista. Nulla di particolarmente fantasioso, qualche suggestiva ripresa subacquea, qualche ragazza un po' spogliata qua e là (c'è anche Lory Del Santo in una particina) e un substrato di tensione a cementare la storia: questa è la formula, la ricetta della pellicola; la scia percorsa è volutamente quella dei mondo e dei cannibal movie (scenari esotici, natura crudele, moralizzazioni anti-colonialiste, etc.), come detto precedentemente, ma profondamente mutilata della componente esplicitamente sanguinolenta, di modo da poter presentare il prodotto finito a un pubblico il più vasto possibile. Le musiche di Stelvio Cipriani non sono male, per le scenografie (in un film quasi tutto girato in esterni) viene accreditato Antonello Geleng, figlio del Rinaldo amico e storico collaboratore di Fellini. 2/10.
In un esotico parco turistico cominciano a verificarsi strani fenomeni; alcune persone scompaiono e gli indigeni sostengono sia una maledizione. Oppure si tratta di un grosso mostro acquatico?
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