Regia di Akira Kurosawa vedi scheda film
E' un bel film ricco di avventure, situazioni e personaggi. Siamo sul tenore di "I sette samurai", anche se un po' sotto ovviamente. E' anche venato di lieve umorismo, soprattutto per la presenza dei due scalcinati vagabondi. Sono un esempio di stupidità umana che si crede furbizia e intelligenza, e infatti i due combinano guai ogni volta che ritengono di aver avuto una buona idea. Il loro prendere una cantonata dopo l'altra è causato però soprattutto dalla loro avidità, dalla smania di avere tanto oro e dal terrore di perderlo.
Ma nel film ci sono altri temi interessanti, come l'amicizia anche tra nemici di guerra e il rispetto della donna. Quanto al primo tema vediamo la ruvida ma concreta amicizia tra il protagonista e il samurai dell'altro esercito; è un bell'esempio di come l'amicizia tra esseri umani vada al di là delle divisioni forzose tra gli uomini che le guerre creano. Quanto al tema della donna, il film offre uno squarcio sulla realtà della schiavitù e della prostituzione, dove delle poverette vengono vendute come bestiame e poi sfruttate sessualmente. E il personaggio della ragazza riscattata, sebbene non dica quasi niente, è pure bello e riuscito. Quindi si può dire che questo sia anche un film che presenta dei bei valori umani universali.
Per il resto, è una pellicola molto fluida e scorrevole nonostante la sua lunghezza, con una trama che non si ferma mai e propone molte situazioni sempre diverse. E' anche un bell'esempio di com'era il cinema giapponese prima del dilagare dei mostri, del sesso violento e della violenza stessa a partire dalla fine degli anni '60. Infatti il divieto ai minori di 14 anni dell'epoca è incomprensibile. Una cosa è mostrare il male con cinismo e indifferenza, tutt'altro è mostrarlo senza compiacimento, per puntargli il dito contro e condannarlo.
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