Regia di Bertrand Tavernier vedi scheda film
Una destrutturazione completa del romanzo e del genere noir, a cui Tavernier era legato per ragioni di vera e propria passione. Un gioco che ha coinvolto con molto scetticismo iniziale Noiret, che si sentiva come un corpo estraneo dentro il suo personaggio, detto da lui stesso, accettò lo stesso visto la sua collaborazione passata con il regista e con questa fiducia è riuscito a costruire con un disegno mirabile un personaggio, che è poi la chiave di tutto il film e che coordina le varie altre interpretazioni dei colleghi. Una storia di un vigliacco che non rischia mai niente, ma arriva al suo disegno facendo sporcare le mani agli altri, ma il racconto è sempre pervaso da ironia e leggerezza, anche nei momenti più critici, facendo una scommessa quasi di commedia, con ambientazione che aiuta a mettere in campo anche valori interessanti, come il razzismo in maniera volutamente di lato, ma efficace con le poche battute messe al servizio del tema. Oltre a Noiret abbiamo un cast come la Huppert e la Audran che spiccano nei loro rispettivi ruoli
Una storia rivisitata in maniera calcolata
Un tutore del genere, che si prende le confidenze del caso
Un attore straordinario e qui lo dimostra
giovane, ironica, bravissima
un attore intellettuale a suo agio
cambia personaggio, meno sofisticato, ma dimostra ancora una volta il suo talento, se ce ne era bisogno
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