Regia di Werner Herzog vedi scheda film
“Solo i sognatori possono spostare le montagne”
Opera tanto imponente quanto potente, una vera e propria impresa nell’impresa, così che, come l’appassionato Fitzcarraldo si cimenta in una missione che vuole superare limiti in apparenza invalicabili, allo stesso modo Werner Herzog ha dovuto affrontare e superare mille difficoltà logistiche, e non solo, con tre anni di lavorazione per portare a termine questa sua fatica, ma possiamo tranquillamente dire che ne è valsa la pena.
La passione sfrenata di Fitzacarraldo (Klaus Kinski) per la musica lirica, e quindi l’intenzione di costruire un teatro a Iquitos nel bel mezzo della foresta amazzonica, lo (tras)porta in un tumultuoso viaggio in battello per arrivare in una terra, da lui appena acquistata, ricca di alberi da sfruttare.
Si troverà a dover fare i conti con gli Indios locali, con i corsi d’acqua che solca ed addirittura a dover trasportare la sua imbarcazione al di là di un colle.
Film fiume (in tutti i sensi), 150 minuti netti che, pur scanditi lentamente, risultano avvolgenti e quindi tutti necessari e graditi.
Un connubio raro, felice ed emozionante tra natura e arte, con un protagonista leggendario che altro volto diverso da quello di Klaus Kinski non poteva avere, d’altronde nel suo sguardo e nel suo sorriso si legge apertamente la follia dell’impresa (e non era nemmeno la prima visto che già aveva provato a realizzare una linea ferroviaria nel bel mezzo della foresta).
Un personaggio quindi indimenticabile che si incastona alla perfezione in un proscenio tanto affascinante quanto impervio (la messa in scena oltre che sudata è di resa stupefacente), tra le acque del fiume, gli alberi ai suoi fianchi e gli indigeni spesso silenti e con riti arcaici propri di un altro mondo (vedasi per esempio quando si capisce il motivo del loro prodigarsi in aiuto di Fitzcarraldo).
E la ciliegina sulla torta è la musica e la passione per la stessa (motore trainante di tutta la folle avventura), in questo il finale, quando la missione è ormai andata come è andata, risulta letteralmente superbo.
Quindi grande prova del duo composto da Werner Herzog e da Klaus Kinski che si muovono all’unisono tra sogno e realtà, tra squarci suggestivi come pochi altri ed una motivazione che va oltre ogni logica e razionalità.
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