Regia di Werner Herzog vedi scheda film
VOTO 8 PERSO Fitzcarraldo è un'avventura terribile in cui Herzog dopo aver imposto la realtà come partenza per il cinema in molti dei suoi docufilm, evolve la sua 'anima fiction' abbandonando l'arte al reale. La connessione fra i due mondi è estremizzata (da vedere il documentario Burden of Dreams), raggiungendo e superando l'ossessione romantica dell'essere artista che divorò generazioni di autori teutonici. Bisogna perdersi in questa immane foresta herzoghiana per capire la grandezza del film che non ruba neanche un secondo dei 158 minuti di durata. Mai come in questo caso l'assenza di un finale tragico (infatti ci troviamo di fronte ad un diversamente happy end), completa la visione lacerante del regista, beffarda, estasiata, potente, persa. Il gigantismo disturbante della natura è impassibile di fronte alle 'tribolazioni' umane, non serve un finale per dimostrare le ragioni di una sconfitta inevitabile. E' proprio su questo 'inevitabile' che gira la poetica di Herzog, senza escludere nessuna possibilità espressiva/emozionale. Di conseguenza non si può considerare la musica un elemento marginale nella pellicola, dallo straniante utilizzo dell'opera lirica nella primordialità dell'Amazzonia, alla spiritualità dei maestri del rock tedesco, i Popol Vuh, trasversali messaggeri di mantra orientali e inquietudini europee.
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