Regia di Shohei Imamura vedi scheda film
Ottimo film - del resto il nome di Imamura è una garanzia - che casualmente uscì nello stesso anno di "Accattone", film da cui sembra avere mutuato la figura del protagonista. Purtroppo proprio Kinta è la nota meno riuscita di "Porci, geishe e marinai", poiché è un personaggio un po' troppo macchiettistico, caratteristica, quest'ultima, accentuata dal doppiaggio italiano. In sostanza il protagonista del film di Imamura, più che a Franco Citti somiglia a Jerry Lewis (è sempre vestito da americano, con jeans, giubbotto da universitario e berrettino da baseball). Il film va comunque visto per quanto ci dice sul Giappone del dopoguerra e soprattutto sul dolore con il quale Imamura guarda il suo paese ridotto a nutrirsi dei rifiuti delle basi americane. Mi sembra di poter dire che "Porci, geishe e marinai" è una grande metafora del Giappone postbellico, con i giapponesi più o meno costretti a trangugiare tutto quanto venga dagli USA, siano pure gli scarti del loro cibo o della loro cultura. Il pessimismo di Imamura non fa sconti nemmeno a un personaggio buffonesco come quello di Kinta, né alla sua fidanzata.
Una banda della malavita giapponese si accorda con un trafficante nippoamericano per ricevere i rifiuti di una grossa base yankee sull'isola, allo scopo di impiantare un allevamento di maiali. Kinta, un sottoproletario perdigiorno, viene ingaggiato come guardiano dell'allevamento, ma sarà coinvolto nelle malefatte della banda, nonostante che la dolce fidanzata Haruko lo scongiuri di abbandonare la compagnia dei malviventi per trovarsi un lavoro serio.
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