Regia di Ugo Tognazzi vedi scheda film
Per chi ha avuto modo di leggere il bel racconto "Sette piani" di Dino Buzzati, questo film rappresenta in parte una delusione, troppo sfuggente nel rendere l'angoscia del protagonista ad ogni salita di piano nella clinica dove è ricoverato, man mano che il presunto male di cui è affetto sembra aggravarsi. Nulla si può dire della valida interpretazione di Tognazzi, ma manca proprio l'elemento determinante del racconto di Buzzati, che per ragioni di sceneggiatura finisce per stemperarsi in una sorta di ribellione di facciata, dove il protagonista pensa di risolvere con i soldi l'ineluttabile sorte a cui va incontro ad ogni avanzamento di piano. Nè i vari comprimari, tra cui spiccano un giovane Marco Ferreri nella parte di un medico, così come il vero padre di Tognazzi nella parte del padre del protagonista, riescono più di tanto a risollevare le sorti di un film gradevole ma con poco mordente, e di cui la vicenda kafkiana sembra solo un flebile pretesto per una sorta di reprimenda sul potere dei soldi nel comprarsi assistenza e lussi che i pazienti più poveri non si possono permettere, salvo che la "livella" finirà per rendere tutti uguali.
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